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Il segnato

Regia di Christopher Landon vedi scheda film

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La recensione su Il segnato

di EightAndHalf
2 stelle

Non si sentiva il bisogno di uno spin-off tanto quanto non si sentiva il bisogno dei seguiti di Paranormal Activity: quanto meno quelli (compreso il primo capitolo) potevano tentare, fra gli appassionati più sfegatati, di intrattenere, ed effettivamente il quarto, che pure arrivava fuori tempo massimo, dopo che quasi tutte le idee erano state sfruttate, all'interno della sua evidente mediocrità, sfruttava quasi esclusivamente, in maniera originale, tecnologie moderne quali le webcam e la Kinect dell'xBox per penetrare nelle tranquillità borghesi delle case dell'America provinciale, con un finale che in appena qualche fotogramma sapeva regalare un breve, singolare brivido. In Paranormal Activity: The Marked Ones quel brevissimo brivido ce lo possiamo tranquillamente dimenticare, tenendo presente che qualche spavento, piccolo e quasi insignificante, si può avere (ma solo se uno glielo concede, e viene particolarmente difficile), mentre il brivido, che è leggermente diverso, ovvero quel senso di disagio che una scena inaspettata procura, non è per nulla presente, perché il senso di risaputo e di già visto trionfa su tutto il resto. Ed è così tanto, di recente, che si rivedono sempre le stesse cose, che uno comincia a stare attento anche ai particolari, quelli involontari e quelli volontari in egual modo, per constatare quante possibili minime variazioni possono sussistere fra pellicole che hanno alla fin fine tutte la stessa intenzione, spaventare senza impegno intellettuale, e conferire ai movimenti sconquassati delle telecamere (tipici dei mockumentary POV) un senso di precaria istintualità di fronte alla quale la mente dovrebbe disperdersi, inquietarsi, angosciarsi. L'intento del genere è sempre stato furbo, tant'è vero che il primo esempio "moderno" di questo è stato il mediocre The Blair Witch Project, che per la prima volta volle mettere lo spettatore di fronte a un orrore invisibile, celato dall'insieme di alberi rinsecchiti che circondavano gli sfortunati protagonisti dispersi più nelle loro angosce che nel vero e proprio bosco (non è stato però il primo vero POV). Da allora in poi gli esempi si sono succeduti senza requie, uno più grossolano dell'altro, con eccezioni però (Exhibit A, REC, Diary of The Dead, POV - A Cursed Film, Home Movie, lo stesso sufficiente Paranormal ActivityV/H/S/2) che garantivano una minuscola percentuale di speranza per le visioni successive talora ci si fosse trovati di fronte a un nuovo progetto, che in seguito o si rivelava minimamente intrigante (insospettabili le qualità di un film serie C se non oltre come Paranormal Entity 3 - The Exorcism Tapes) o si rivelava conforme a tutto ciò che di inutile fino ad allora era stato visto (ESP, The Last Exorcism, Evidence, Evil Things, A Night in the Woods, Paranormal Entity 1 e 2, Atrocious, The Haunted House Project, The Zombie Diaries, The Tapes, il simil-POV Paranormal Xperience 3D, Noroi - The Curse [che era uno dei più promettenti], REC 2 e 3, Quarantena, Paranormal Activity - Tokyo Night, Documenting the Grey Man). 
Il segnato rientra fra gli ultimi titoli citati, se non anche su un gradino più basso (mai quanto però la summa dell'orrido raggiunta mai da un horror POV, ovvero L'altra faccia del diavolo, ridicolo oltre ogni dire). Il vero problema di questa nuova impresa - se così la si può definire- è che, oltre alla noia che regna sovrana per tutta l'ora e venti, i personaggi passeggiano o corrono di qua e di là sullo schermo senza lasciare traccia dietro di loro, più di quanto potrebbero mai fare dei normali personaggi insignificanti. E basta aggiungere l'innata incapacità di Landon di creare quel minimo di suspense da coprirsi gli occhi per ottenere alfine un risultato davvero pessimo, evitabile anche per i più appassionati. Potrebbero infatti destare interesse, ai più sventurati spettatori, le ambientazioni desuete per un film del genere (la California spanglish, i piccoli quartieri di case povere e mal tenute, al posto delle belle case dei quattro capitoli di Paranormal Activity), ed effettivamente viene da chiedersi come mai si sia scelta una location del genere: forse per indicare che il morbo del Male riesce ad infettare come una piaga endemica anche il luogo meno tenuto in conto nel mondo? Forse, ma se anche fosse stata questa l'intenzione è tutto così dannatamente povero, dietro la storia che vorrebbe presentare un'escalation di tensione che funzionava di più nel demenziale Scary Movie 5 [iperbole!], da non far affezionare minimamente a nessuno, né ai tre giovani protagonisti che sostituiscono la buona vecchia tavola Ouija con una macchinetta che si illumina sul verde o sul rosso rispettivamente se lo spirito in questione risponde di sì o di no, né a una trama dai tratti confusi che può avere come componenti solo esseri umani ben oltre la soglia della stupidità umana. Se solo fossimo stati in un Nightmare avremmo tifato per il caro Freddy Krueger.
Gli effetti speciali sono migliorati, e vantano una serie di scene (una più inutile dell'altra) in cui i corpi volano, i contorni dei mobili si deformano (quasi come in ESP 2, che aveva una trama quantomeno originale), strane macchie compaiono sulla pelle (il "segno" del titolo) e almeno una faccia, immancabile in tutti i film di questo nuovo filone, si deforma in uno sguardo vorace e assai minaccioso. E se la trama è confusa nella maniera più elementare (ovvero riesce ad essere confusa benché sia esile esile), e sfugge il senso ultimo di tutto quanto, il finale imbroglia ancora di più le carte, e cerca di legarsi al primo e al terzo film di Paranormal Activity forse suggerendo l'ingresso in un varco spazio-temporale ma sicuramente copiando un finale pessimo quale quello di Paranormal Activity 3 che però a confronto risulta addirittura un'auctoritas da rivalutare nell'immediato. Decisamente da evitare: va a collocarsi fra la serie di POV inutili che sì, gettano nella pattumiera l'intero genere, ma che d'altro canto per antitesi fanno spiccare per luminosità le piccole rare perle mockumentarystiche che hanno rivelato, evidentemente, le possibilità di questo genere e come esso possa essere ben utilizzato senza giungere necessariamente all'inutilità. L'attesa (poco speranzosa) adesso è per Paranormal Acitivity 5: potrebbe essere l'ultimo della saga, ma non sarà sicuramente l'ultimo dei POV.

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