I luoghi oscuri a cui si riferisce il titolo sono i ricordi della notte in cui la famiglia di Libby Day venne sterminata dal fratello della ragazza che proprio la ragazza, con la sua testimonianza, ha inchiodato alle proprie responsabilità. Charlize Theron nella parte di Libby e' invece la ragione principale per occuparsi di un film altrimenti destinato all'anonimato dei palinsesti di un qualunque canale televisivo. Succede infatti che a fronte dell'impegno della star, calata anima e corpo nel dolore della protagonista, "Dark Places" si arrovelli nel nella speranza di costruire un dispositivo in grado di supportarne l'impegno in termini di verosimiglianza e di coerenza narrativa.
Il fallimento di questo tentativo, affossato da presupposti poco credibili e mal sviluppati (ci riferiamo per esempio al club di appassionati di omicidi irrisolti che all'inizio del film entra in contatto con Libby e alle ragioni che spingono la donna a ritornare suoi luoghi del delitto) condiziona il resto del film, che non solo non riesce a dotarsi di un minimo di mistero e di tensione a causa di una serie di sorprese e di personaggi inseriti in maniera troppo programmatica per risultare attendibili ma finisce anche per svilire l'interpretazione della Theron la cui performance alimenta il sospetto di una seconda parte di carriera - quella post Oscar - impegnata ad annichilirne in qualsiasi modo la propria bellezza con ruoli che ne penalizzano le qualità estetiche. Almeno da questo punto di vista "Dark Places" raggiunge il risultato.
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