Regia di Gilles Paquet-Brenner vedi scheda film
Oltre all'applauditissimo e già cult ultimo capitolo di Mad Max, il ritorno al cinema della statuaria star Chalize Theron è stato preceduto, almeno in territorio francese, da un thriller cupo e dai toni horror che faceva ben sperare: DARK PLACES, del regista francofono Gilles Paquet-Brenner, noto soprattutto per il recente e non memorabile adattamento del best seller La chiave di Sara, è una produzione d'oltralpe che vanta in cast giovane ma di rilievo internazionale di tutto rispetto.
L'epilogo sinistro ci introduce, trent'anni addietro, nel momento misterioso e drammatico che ha preceduto una sanguinosa e sadica strage familiare, che ha visto sopravvivere ad un massacro domestico solo una bambina di nome Libby. Ritroviamo la stessa persona, ormai donna adulta, ai giorni nostri, solitaria e caratterialmente ancora instabile in seguito al trauma subito, affrontare le conseguenze che la coinvolgono quando un membro di un bizzarro club di appassionati di gialli di cronaca nera irrisolti, ricaccia la donna nel tunnel pieno di incubi e deliri da cui la donna aveva cercato di uscire e tenersi alla larga, aggrappandosi ad ogni compromesso pur di uscire da quella spirale senza via di scampo.
Da professionista seria e determinata come ci ha puntualmente abituato da anni, la Theron, che ha di nuovo al suo fianco come in Mad max il giovane e lanciato Nicholas Hoult, si impegna con tutte le forze e le intenzioni a restituirci la figura di una donna forte ma ferita in modo non rimarginabile. Peccato che tutto ciò che ruota attorno alla sua figura, a partire dai personaggi che compongono l'improbabile banda di appassionati ossessivi di cronaca nera, si dimostri una poco credibile sequela di personaggi impresentabili e decisamente poco credibili, tutti eccentricità e movenze isteriche che diventano già da subito insopportabile se non addirittura inaccettabili.
E il film, di conseguenza, lascia presto ogni sua parvenza horror o da incubo per svilirsi in una furba e scontata sequenza di colpi di scena che naufragano – più che far decollare – una pellicola che guarda al blockbuster, ma inciampa nella noia e nel ridicolo involontario.
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