Regia di Sean Anders vedi scheda film
Reduci dall'improbabile tentativo di omicidio multiplo dei loro boss nel capitolo precedente, questa volta i tre protagonisti provano a diventare imprenditori di se stessi e lanciano sul mercato un articolo per la doccia che sembra promettere molto bene al punto di attirare su di esso la speculazione di un finanziere che vuole mandare la nuova azienda in rovina per poi rilevarla a basso prezzo.
La soluzione? Scartato l'omicidio, si punta invece sul rapimento dell'unico figlio del finanziere.
Ma ovviamente fra il dire e il fare ...
Avendo come riferimento costante la serie delle "notti da leone", la trama si sviluppa sulle reazioni dei tre personaggi e sui loro tic e idiosincrasie, in un miscuglio in cui la prudenza e la programmazione di uno sono minacciate da impulsività, superficialità e incoscienza dell'altro.
Cose però già abbondantemente viste e che risultano alla fine un po' stantie, se non addirittura ripetitive.
Le gag sul sesso (come quella iniziale, quando i tre vanno in TV e mimano un apparente fellatio) sembrano dei riempitivi di chi ha poco da dire; così come pure l'iterazione del personaggio della Aniston, infilato lì per chi sa quali clausole contrattuali.
Chiaro: siamo nella commedia demenziale, quindi non aspettiamoci capolavori immortali; però rispetto al primo, più gustoso e più fresco, questo risulta deludente.
Attenzione: una stellina in più per il cameo di Kevin Spacey, che vale da solo la visione del film!
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