Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film
25 agosto 1944: ogni resistenza tedesca sul fronte francese è vana, gli alleati stanno per irrompere a Parigi. Il generale Dietrich von Choltitz (Niels Arestrup) riceve un perentorio ordine dal Führer: far saltare tutti i ponti della città provocando una spaventosa esondazione della Senna. Un diplomatico svedese, Raoul Nordling (André Dussollier), ha poche ore per convincerlo a non mettere in atto il proposito tremendo. Storia in parte vera, riletta con una buona dose di pathos romanzesco dalla sceneggiatura dello stesso Schlöndorff tratta da una pièce di Cyril Gély (interpretata nel 2011 dai medesimi due attori). La matrice teatrale è evidente, e può anche essere il limite del film. Poi ci si abbandona alla sapienza del testo, alla ricostruzione scenica di un ambiente dominante (la stanza di Von Choltitz) che cela in verità più di un segreto (il console svedese spia il tedesco sfruttando un falso specchio fatto installare da Napoleone III per scrutare di nascosto amanti e ospiti). Soprattutto, si osserva ammirati la performance dei due protagonisti, che scelgono il francese come lingua franca (Arestrup parla un ottimo tedesco) per duellare in dialettica, senza peraltro evitare un minimo di mistificazione. Una corsa contro il tempo e contro la morte (Von Choltitz teme lo Sippenhaft, il contrappasso germanico sulle famiglie dei traditori), mentre Parigi e i suoi “maquisards” non stanno a guardare.
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