Regia di Cédric Jimenez vedi scheda film
Appeal internazionale per questo "French Connection" grazie alla presenza del premio oscar DuJardin, che interpreta il giudice Pierre Michel, magistrato realmente esistito e brutalmente ucciso ad inizio anni 80 in una faida marsigliese (ed italiana) , nella città centro dello spaccio dell'eroina a quel tempo.
Un prodotto confezionato ad hoc: ricostruzione d' epoca impeccabile, interpreti convincenti, azione ragionata e mai sopra le righe, incedere degli eventi che tanto ricorda il ritmo ( ma non lo spessore) delle narrazioni più genuine dello Scorsese prima maniera. Il paragone inevitabile con il nostro "Romanzo Criminale" (il film) è immediato ed ingeneroso, per una volta siamo stati più bravi dei francesi giocando in casa loro.
Il problema è che di film del genere ne abbiamo visti moltissimi, e questo "French Connection", pur non presentando lacune o difetti in particolare, non racconta nulla di nuovo. Tutto scorre via in maniera abbastanza lineare e prevedibile, i brividi lungo la schiena purtroppo non scorrono.
Dujardin fa la sua porca figura, sicuramente surclassa il rivale gangster Zampà , interpretato dal volenteroso ma stantio in quanto ad espressività Lellouche.
Non c'è ostentazione d'onore, l'epica filtra a goccie più attraverso lo sguardo del giudice che nelle sue parole.
A noi resta la memoria del racconto (cinematografico) .
Un eroe semisconosciuto e silente, ricordato attraverso la funzione che il cinema deve avere. evviva.
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