Regia di Cédric Jimenez vedi scheda film
Tra il 1975 e i primi anni '80 un coraggiosissimo e irreprensibile giudice (interpretato da Jean Dujardin, arrivato al successo internazionale grazie a The artist) diede la caccia a Gaetano Zampa (Lellouche), il più importante boss mafioso di Marsiglia e di tutta la Francia, un uomo di origini napoletane che esportava droga anche negli Stati Uniti (da qui, oltre che in omaggio all'omonimo film di William Friedkin, il titolo). Dopo aver messo il suo avversario sempre più alle corde, il giudice si trovò a dover fronteggiare non solo le faide tra clan rivali, ma anche i molti ostacoli che arrivano dai piani alti della politica e degli organi di polizia, collusi con Zampa.
Erede dei grandi polar di Melville e Deray, l'opera seconda di Cédric Jimenez è imperniata sull'uno contro uno (Heat docet) con una messa in scena degna del miglior cinema americano (con ampi debiti nei confronti di Scorsese), ma con meno inseguimenti e un occhio assai vigile sui travagli interiori dei due protagonisti, raccontati specularmente attraverso la lente del tradimento e della premurosa vita coniugale. Con I fiumi di porpora, Harry un amico vero, Luci nella notte, Niente da nascondere, 13 - Tzameti, Due volte lei e L'ultima missione, questo French Connection è uno dei migliori thriller transalpini dell'ultimo quindicennio.
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