Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film
A chiunque abbia amato The Artist, The Search sembrerà girato da un’altra persona: anche se il giovane protagonista, un bambino ceceno traumatizzato da atti di brutalità dell’esercito russo nei confronti della propria famiglia, non dice una parola per gran parte del film, come i personaggi del cinema muto nel precedente lavoro di Hazanavicius. Ispirata a una pellicola di Fred Zinneman dallo stesso titolo (in italiano Odissea tragica), del 1948, l’opera pedina l’errare del giovane protagonista durante il conflitto del 1999, fin quando viene intercettato da un’avvocatessa, Bérénice Bejo, che lavora sul territorio in difesa dei diritti umani e che lo aiuterà nella ricerca di un famigliare sopravvissuto. In parallelo il film racconta le vicende di una giovane recluta russa, un ragazzo costretto ad arruolarsi dopo essere stato arrestato per possesso di stupefacenti, che l’esercito e la guerra trasformano in un automa violento di sapore kubrickiano. Quasi completamente desaturato di colori, il film perde presto la tensione necessaria a rendere convincenti, e non solo nobili, le didascaliche ed espositive tematiche umanitarie e i moniti di allerta delle coscienze che la Bejo e Annette Bening (nei panni di un ufficiale della Croce rossa) provvedono a disseminare. La rappresentazione delle brutali e omofobe milizie russe, insieme allo sguardo penetrante e muto del giovane protagonista, denunciano una guerra sanguinosa e sbagliata con efficacia maggiore.
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