Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film
CANNES 2014 - CONCORSO
Con THE SEARCH il pluridecorato Michael Hazanavicius ritorna al cinema dopo i fasti, anche troppo manifesti, ammettiamolo una volta per tutte, ottenuti con il ruffiano ed accattivante The Artist, che è riuscito a stregare e a far infatuare tutta Hollywood e, di conseguenza, mezzo mondo.
La notizia positiva per il famoso regista è che, con questa sua nuova avventura, egli non si accomoda su facili allori di una fama ormai all'apice, ma sperimenta territori a lui completamente nuovi, percorsi rischiosi nel raccontarci una storia che ha il suo epicentro nel bel mezzo della guerra fratricida cecena, a fine anni '90.
La vita di quattro persone coinvolte in modi differenti in questa barbara e violenta repressione, si intrecciano ed intersecano tra la desolazione, l'orrore, il fango e le macerie.
Un ragazzo russo sorpreso con uno spinello in tasca evita il carcere arruolandosi nell'esercito, e subendo traumi che lo porteranno a convivere cinicamente col male e la violenza che lo circondano; una operatrice umanitaria dell'Unione Europea (Berenice Bejo, compagna del regista ed attrice di riferimento) si imbatte in un bimbo ceceno scampato ad una strage di famiglia ad opera di soldati russi, e che traumatizzato ha perso l'uso della parola; la sorella, che lui crede morta, lo cerca invano, mentre un'altra operatrice umanitaria, americana però (è Annette Bening) soccorre il piccolo tentando di riportarlo ai propri cari, o a ciò che resta della sua famiglia.
Immagini scioccanti, il piccolo che scappa col fratellino neonato in grembo, il cinismo del soldato scampato alla prigione che si improvvisa operatore sottraendo una cinepresa ad un soldato deceduto; ed una vicenda che inizia proprio dove finisce il film, ma che percorre, purtroppo, un percorso tortuoso e vizioso in cui il film, di certo lodevole nelle intenzioni, ambizioso e di innegabile valore civico-sociale, si perde tra retorica e un inutile infruttuoso percorso ricattatorio nei confronti dello spettatore, vacillando e rincorrendosi letteralmente attorno a se stesso.
Curioso ed insolito tentativo, purtroppo non proprio riuscito, di trasposizione di un vecchio film di Zinnemann, Odissea tragica, spostato ed attualizzato ad altra guerra non meno devastante e drammatica.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta