Regia di Pavel Parkhomenko vedi scheda film
La storica impresa di Jurij Gagarin, il primo uomo ad essere andato nello spazio.
Non mi aspettavo un gran che, anche per via della mia poca stima per i film biografici e celebrativi. Tuttavia questo “Gagarin” mi è piaciuto. Forse ha giocato a favore anche l'assenza di retorica hollywoodiana nel rappresentare il personaggio e il suo coraggio, verso la quale sono ormai diventato allergico. Certo, è un film celebrativo, ma lo è in modo tutto sommato sommesso e non roboante.
L'attenzione maggiore si concentra sulla possente macchina organizzativa attorno al cosmonauta, e le inevitabili implicazioni politiche e di prestigio internazionale. Compaiono quindi numerosi personaggi, cioè tutti coloro che collaborarono alla messa in atto dell'operazione. Non manca qualche momento secondo me molto riuscito, come la scena ambientata durante la guerra e relativa all'infanzia del protagonista, dove un tedesco occupante tenta di impiccare un bambino un bambino perché gli aveva rubato delle patate per la fame nera.
Con numerosi flash-back, viene inoltre mostrata la vita precedente dell'eroe, dall'infanzia all'incontro con la moglie.
Certo, ci sono delle semplificazioni e delle piallature che si potevano evitare, come la mancata menzione della strumentalizzazione politica che il governo dell'URSS fece dell'ingenuo cosmonauta. Allo stesso modo, non si fa cenno della chiacchierata morte di Gagarin, che venne a mancare quando l'aereo a posto singolo su cui amava volare precipitò. Si poteva anche spendere qualche immagine sulla frustrazione del personaggio, che arse dal desiderio di tornare nello spazio, ma che si vide sempre rinviare la missione per un motivo o per l'altro. Del resto lo Stato sovietico, se da una parte aveva bisogno degli eroi nazionali, dall'altra temeva che diventassero troppo popolari e importanti.
Non è un film profondo, ma un discreto intrattenimento suonato in una tonalità a cui non siamo abituati, per la nostra eccessiva frequentazione delle produzioni hollywoodiane.
PS. Per impostazione, ricorda la canzone "Gagarin" di Claudio Baglioni.
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