Regia di Tom Harper vedi scheda film
Brutto sequel di un film interessante (ma non fondamentale), che purtroppo costituisce anche un passo falso della nuova Hammer...
Inghilterra, seconda guerra mondiale. L'insegnante Eve (Phoebe Fox), è incaricata di condurre un gruppo di bambini in area isolata, per tenerli al riparo dai bombardamenti degli aerei tedeschi. La zona, valutata come idonea, è limitrofa ad una palude: si tratta della tenuta di Eel Marsh House, posto che però appare essere inquietante -e poco sicuro- per altre ragioni. Ogni volta che si manifesta la presenza di una spettrale figura di donna velata (e in nero) coincide infatti con il decesso di un bambino.
Nel 2012 la mitica casa di produzione inglese legata al genere horror, la Hammer, fece il suo gradito ritorno sulla scena dopo lunghi anni di silenzio. Ispirata da pellicole orientali (The grudge) e dal testo La donna in nero di Susan Hill, la sceneggiatrice Jane Goldman scrive una classica ghost story (dagli umori prettamente femminili) che, pur non essendo affatto originale, si distingue per il sapore retro' dell'operazione.
The woman in black, infatti, pur non essendo un capolavoro, svolge decorosamente il suo ruolo nel genere. Purtroppo, a distanza di soli due anni, la Hammer ripropone lo stesso soggetto con apporto in sceneggiatura della stessa autrice del libro (la Hill). Stavolta il seguito non funziona per nulla, a cominciare da una brutta fotografia forzatamente scura (anche visto in HD, nelle scene notturne spesso si fatica a percepire le immagini) per proseguire con una sviluppo fallimentare che predilige un clima di noia generata da dialoghi prolissi e predominanti su un'azione che è bandita sotto ogni punto di vista (anche per colpa di una convenzionale e anonima soundtrack, a firma del -altrove- bravo Beltrami).
Gli attori recitano con mestiere, ma L'angelo della morte -fatte salve alcune suggestive location nebbiose- alla fine risulta un prodotto terrificante e non in senso tematico; prodotto che raschia il fondo del barile, riproponendo senza alcuno spunto originale, o quantomeno di genere, il tema della "donna in nero" sempre alla ricerca di innocenti fanciulli. Rievocare pellicole e atmosfere horror sottese, che erano già fuori tempo nei primi Anni '70, si rivela stavolta un'operazione inconcludente e soporifera per totale mancanza di ritmo e di brivido.
Da appassionato della Hammer spiace dirlo (e soprattutto scriverlo) ma L'angelo della morte è un film vecchio, inadatto ai tempi e fuori contesto cinematografico, anche per gli standard degli anni '60; un lavoro talmente inutile da risultare già datato e dimenticato appena uscito dalla prima visione cinematografica.
L'edizione bluray (label Cde) è ovviamente eccellente per riversamento con il film offerto nel magnifico formato 2.40:1 e con poderosa ed avvolgente traccia audio italiana in DTS HD Master. Tra gli extra uno speciale (Dietro il velo) che raccoglie parti del backstage e alcune interviste.
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