Regia di François Ozon vedi scheda film
Anaïs Demoustier, mogliettina devota e un po’ dimessa di Raphaël Personnaz, scopre che Romain Duris, il marito della migliore amica morta all’improvviso, vive la propria (etero)sessualità en travesti. Si traveste molto elegantemente da donna come Ed Wood; la consorte sapeva ma ha sempre mantenuto il segreto. Invece la nostra fanciulla all’inizio si scopre turbata, poi attratta. Spumeggiante commedia di François Ozon che una volta di più, forse meglio del solito, riflette sui (labili) confini dell’identità sessuale, trattenuti dai lacciuoli di convenzioni sociali che un tempo si sarebbero definite “borghesi”. Guardando l’atrio della casa di Duris, osservandolo camminare con i tacchi a spillo, il più cinefilo degli spettatori potrebbe abbandonarsi (con gusto) alla ronde dei riferimenti. Hitchcock, Ophüls, e molto Billy Wilder, con una spruzzatina di Almodóvar. Ma non si pensi che Una nuova amica sia un semplice divertissement perché Ozon, con leggerezza sofisticata e intelligenza, racconta la confusione non del protagonista maschile, che sta invece benissimo così, ma della ragazza, creando un cortocircuito interessante. Immaginiamo l’adesione emotiva del regista al personaggio di Duris, ma è facile (e decisamente voluto) che lo spettatore si identifichi con Demoustier, così che sia nostro il suo (persino, se vogliamo, benefico) turbamento. Tra i migliori Ozon di sempre, in ogni caso.
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