Regia di François Ozon vedi scheda film
Il tema è l'identità sessuale, il genere è tra commedia, mélo e thriller psicologico. La sceneggiatura apre false piste dove i sogni sono veri quanto la realtà ma la realtà è mutaforme come in una favola... una favola in cui le citazioni piovono a dismisura a divertire qualunque cinefilo.
Anche solo la trasformazione a cui si è sottoposto Romain Duris per interpretare il ruolo merita la visione del film. Il tema è l'identità sessuale, il genere è tra commedia, mélo (più statunitensi che francesi) e il thriller psicologico (mix cari ad Almodòvar), la sceneggiatura apre false piste dove i sogni sono veri quanto la realtà, ma la realtà è mutaforme come in una favola, la fotografia vira sul surreale con colori caldi e i verdi accesi, le citazioni (e le citazioni delle citazioni) piovono a dismisura a divertire qualunque cinefilo (Hitchcock e De Palma sia per tema che per genere, c'è la vestizione shock stile Grande freddo, c'è il golfino di lana bianca evocato da Ed Wood di Burton ma che appartiene a Glen or Glenda di Ed Wood, ci sono i colori autunnali dei melodrammi sirkiani evocati in Lontano dal Paradiso di Todd Hayes, dove, guarda caso, Dennis Quaid nasconde la sua omosessualità alla moglie che si innamora del giardinere nero). Il risultato è Ozon. Intrigante come sempre.
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