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Siamo donne

Regia di Alfredo Guarini, Gianni Franciolini, Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Luigi Zampa vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Siamo donne

di tafo
7 stelle

Quattro attrici e una speranza doppia, quattro storie tra l’ironico e il melodramma e un concorso. Il sogno del neorealismo che offre a tutti la possibilità di diventare famosi e partecipare ad un film con le attrici più importanti del cinema italiano e internazionale. Ognuna deve interpretare se stessa,  ogni regista deve saper raccontare una storia che può essere ridicola o drammatica ma deve apparire come realmente vissuta. L’idea conduttrice è quella di Zavattini di togliere la maschera del personaggio alle dive per costringerle a raccontare e raccontarsi nel modo più sincero e confidenziale possibile senza trucchi per una volta. Il risultato si affida alla capacità dei vari registi di centrare l’obiettivo, Franciolini e Zampa sembrano rifarsi al passato del cinema, Rossellini e Visconti si divertono guardando al futuro. Nel primo episodio Guarini interpreta egli stesso il regista di un concorso che offre a chi vince di partecipare appunto ad un film con Alida Valli, Ingrid Bergman, Isa Miranda e Anna Magnani. Nel secondo episodio Franciolini dirige la Valli in una storia di noia e desiderio, un dramma passionale sfiorato tra la diva e l’uomo semplice fidanzato della sua massaggiatrice. Nel terzo episodio Rossellini decide di filmare la moglie in una storia amatoriale nello stile e familiare nella sostanza, girando tutto nella sua casa con figli, vicini, domestici, cani, rose e polli. Nel quarto episodio Zampa celebra il successo artistico della Miranda che ha sacrificato per questo il resto, quando soccorre e aiuta un bambino ferito delle borgate romane, capisce cosa è mancato e cosa manca alla sua vita. Nel quinto episodio Visconti si diverte a far litigare la Magnani, in tempo di guerra attrice di rivista, facendola passare dalla strada al palco, dalla realtà dei rapporti quotidiani con un tassista, alla finzione della scena che deve allietare il pubblico prima del coprifuoco. Esperimento riuscito per tre quinti dove la cronaca, il diario e la confessione personale anticipano lo stile televisivo o il cinema-verità. Negli altri due quinti Franciolini e Zampa sono troppo didascalici e melò, più celebrazione del cinema che fu che riflessione sul cinema che sarà.

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