Regia di Xavier Dolan vedi scheda film
Dolan dimostra ancora una volta una capacità di introspezione incredibile. "Mommy" è un film che parla di fragilità, di amore e di rapporti umani, in un modo che il regista ha reso ormai peculiare del suo cinema. I personaggi, che costruiscono nel film uno strano ma dolcissimo triangolo, funzionano a meraviglia, e creano fra di loro una sinergia drammatica incredibile. Ma il regista canadese si diverte anche a sperimentare con la grammatica cinematografica, girando il film in un aspect ratio schiacciato, compresso, simbolo della claustrofobica e vacillante realtà nella quale vive il protagonista. Steve, personaggio centrale della vicenda, è un ragazzo di una dolcezza e purezza infinita; la pellicola, tuttavia, ci mostra come l'incrinarsi del nucleo familiare possa generare, nei figli, reazioni violente. Su questo, soprattutto, si concentra il film. La violenza di Steve non è un dato casuale, ma il risultato di un trauma che non ha avuto modo di elaborare. Mommy è un film su un difficilissimo rapporto madre figlio, nel quale emerge, più che nel già ottimo "J'ai tué ma mère", l'abilità di un regista che padroneggia la grammatica cinematografica e si diverte nel mescolarne i fattori costituenti, in un modo originale e per nulla tratto da esempi illustri del passato. Spiazzante.
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