Regia di Xavier Dolan vedi scheda film
Il rapporto tra Diane e Steve non è certo di quelli classici tra madre e figlio. Lei vedova over 40, arrogante e piuttosto grezza, tacco alto e capelli mechati si ritrova nuovamente a carico il problematico adolescente, cacciato da un istituto correttivo all'ennesimo guaio cagionato.
A casa l'aria non è delle migliori, Diane ha perduto il lavoro, inoltre non sa come gestire le sfuriate di Steve per il quale prova, contraccambiata, un amore infinito. I conflitti però sono all'ordine del giorno, in quanto insoddisfazione e bizzarrie comportamentali si fondono in un letale mix. La solitudine di questi due personaggi, inizialmente confinati in un mondo esclusivo punteggiato da folle alternanza tra litigi e gesti amorevoli, trova un insperato punto d'appoggio nell'altrettanto disagiata Kyla, vicina di casa balbuziente, in grado con la sola presenza di ammorbidire alcune pericolose asperità.
Il solidale trittico con circospezione inizia a guardare ad un futuro in teoria spaventoso e arduo, per il quale tuttavia vale la pena tenere accesa la fiammella della speranza. Ne esce una storia asciutta, dalle linee narrative semplici, quasi elementari, eppure caricate di un'emotività rara, esplosiva e a tratti ingestibile come il giovane protagonista che col suo atteggiamento provocatorio sconquassa la vita già travagliata della madre, cercando a gran voce comprensione e amore nell'unico -eccessivo- modo conosciuto.
Annullato ogni patetismo o clamore gratuito, ad ergersi forte è soprattutto il forte senso di appartenenza reciproco in cui non passano inosservate veementi sfumature edipiche.
Xavier Dolan giunge al suo quinto lungometraggio e mostra una maturità pazzesca per un ragazzo (all'epoca) appena 25enne. L'enfant prodige canadese permette ad estetica e contenuti di convivere guidati da un estro davvero fuori dal comune. Le soluzioni visive, a partire dal formato scelto di 1:1 (a ingabbiare i personaggi nel loro microcosmo strampalato) è solo uno dei tanti spunti degni di lode in preciso equilibrio tra vezzi da videoclip a passaggi degni del miglior cinema classico.
Il cast strepitoso (Anne Dorval è semplicemente straordinaria) si aggrappa alla vita attraverso le note di una colonna sonora pop (Oasis, Simple Plan, Dido, Counting Crows) perfettamente in linea con la genuina semplicità dei personaggi. "Mommy" però non è solo un film di sentimenti, Dolan infatti punta l'obiettivo su una legge che permette di sbarazzarsi con facilità di quei figli eccessivamente problematici facendoli internare in strutture apposite. L'amore/odio con tutte le sfaccettature del caso è la base, ma il cinema di questo giovanissimo autore riesce, senza risultare pedante, ad affrontare spinosi temi sociali con originale piglio e lucidità formidabile.
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