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Mommy

Regia di Xavier Dolan vedi scheda film

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La recensione su Mommy

di alan smithee
9 stelle

Antoine Olivier Pilon

Mommy (2014): Antoine Olivier Pilon

FESTIVAL DI CANNES 2014 – PRIX DU JURY

 

“Cest le moment Dolan” scrive la rivista di cinema Premiere nel suo ultimo numero uscito pochi giorni fa in concomitanza con l'arrivo nelle sale francesi dell'ultima premiata fatica del giovane impetuoso e brillante cineasta canadese. E ancora, traducendo in italiano: “E' l'era di Dolan, colui attorno al quale tutto gira, colui nei riguardi del quale tutto il mondo si inginocchia (al ralenti per favore, io adoro questa tecnica)”.

Enfasi ed ironia a parte, il ritorno puntuale, come ogni anno negli ultimi cinque, del tenace, nervoso e caratteriale Xavier Dolan, rappresenta, anche stavolta, un gran momento di cinema: lo si potrà definire ripetitivo (ma che male c'è a tornare sui passi accidentati ed isterici di “J'ai tué ma mere”, soprattutto dopo aver completamente cambiato genere e situazioni nel riuscitissimo e piuttosto masochistico “Tom à la ferme” dell'anno scorso?), vezzoso, con l'uso smodato e svergognato dei ralenti, appunto, o dei primissimi piani sfocati ed invadenti; un po' ruffiano, si potrà obiettare, per la musica facile ma irresistibile che ci trascina nei pensieri spesso folli dei suoi tormentati protagonisti. Ma l'animosità, la tenacia, la febbre di vitalità che brucia dentro e fuoriesce, sono momenti troppo autentici per non poter venire apprezzati...almeno dal mio punto di vista, opinabile come sempre.

Anne Dorval

Mommy (2014): Anne Dorval

Diane è una bellissima e vistosa quarantenne, vedova molto precoce, che sa ben nascondere la sofferenza con cui è costretta a convivere assieme alle difficoltà materiali e non di una vita da donna sola. In realtà non è sola: ha un figlio sedicenne, il biondo, piccolo Steve, che da tempo la donna non può e non sa allevare in quanto affetto, quest'ultimo, da una forma di iperattività che lo spinge a momenti di violenza e di incontenibile vitalità che lo spingono a compiere atti anche pericolosi per se stesso e per gli altri.

Il giorno in cui Diane, compromesso ancora più coatto e colorato tra Victoria Beckham e le altrettanto note “casalinghe disperate” televisive, è costretta a riprendersi il ragazzo, la vita dei due dovrà per forza cercare di trovare in accomodamento che permetta loro di coesistere, di sopravvivere facendosi il meno male possibile uno con l'altra.

locandina

Mommy (2014): locandina

A venir loro in aiuto, grazie al caso, una nuova vicina di casa, professoressa sposata che vive un periodo sabbatico a causa di gravi problemi di emotività che la bloccano già dal punto di vista espressivo bloccandole le parole (una grande Suzanne Clément già vista ed apprezzata con Dolan),. Costei riuscirà a dar vita, assieme agli altri due, ad un improbabile ma efficace terzetto che, tenacemente, troverà svariate occasioni per mostrare con orgoglio che certe difficoltà possono risolversi anche con adeguati ed apparentemente folli accomodamenti.

Una colonna sonora sguaiata ed irresistibilmente efficace - che ci fa ballare (con la mente, visto che siamo in sala) assieme al trio di protagonisti sotto le note facili ed accattivanti di Celine Dion, ma pure tra quelle non meno trascinanti degli italianissimi Eiffel 65 di Blue, e persino di Andrea Bocelli, riproposto nel karaoke con la voce spezzata e tremolante di Steve deriso dal pubblico mentre intona la mielosa “Io vivo per lei” in uno dei momenti più emozionanti e drammatici della pellicola – è molto più che un ingrediente superfluo e aggiuntivo di un'amalgama appassionante che funziona e tiene attaccati allo schermo lungo tutta la lunga epopea di un viaggio a tre per cercare (purtroppo inutilmente) di tornare ad una parvenza di normalità e di vita familiare che tenda alla serenità.

Anne Dorval, Xavier Dolan

Mommy (2014): Anne Dorval, Xavier Dolan

Certo è che ognuno dei tre personaggi ha bisogno degli altri due per poter andare avanti: anche l'individuo apparentemente più forte, ovvero Diane, la “mommy” del titolo e della catenella che indossa lungo tutto il film, ha necessità di piantare paletti che fissino certezze lungo il suo cammino fino ad ora incerto e funestato di disgrazie; non ne parliamo per quanto riguarda Steve, appassionato, instabile, felice e rabbioso nel giro di pochi secondi: un ragazzo ingestibile e inaffidabile, ma dalla grande sensibilità e a suo modo persino profondo.

Il film di Dolan, come nei precedenti, vive di momenti alti rappresentati dai contrasti caratteriali, dalle furibonde liti che un francese storpiato e francamente incomprensibile ma travolgente (in Francia Dolan esce sempre doppiato perché nemmeno i francesi sono in grado di comprendere chiaramente certe inflessioni canadesi oscure ma affascinanti) rende ancora più vitali, affascinanti, intriganti.

Anne Dorval

Mommy (2014): Anne Dorval

Suzanne Clément

Mommy (2014): Suzanne Clément

E Anne Dorval, così come Suzanne Clément nei panni della vicina insicura, sono due attrici straordinarie che ogni volta Dolan riesce a rendere uniche ed indispensabili.

Quello di Diane è un ritratto di madre che avrebbe fatto impazzire Meryl Streep, magari diretta da Mike Nichols a fine anni '80, e chissà quante altre attrici. Forse proprio a Cannes la sua interpretazione sopra le righe ma del tutto pertinente avrebbe meritato un riconoscimento personale ed autonomo.

In ogni caso Mommy è un film irresistibile, una montagna russa spericolata di alti e bassi che sono quelli, qui solo un po' inevitabilmente edulcorati e ben serviti, che la vita ci presenta quotidianamente.

Un finale sospeso e splendido che volge al drammatico senza esplicitarlo, non a caso viene opportunamente accompagnato dalle note “agonizzanti” ma ugualmente seducenti di Lana Del Rey nel suo inequivocabile ed appropriato “Born to die”.

Anne Dorval, Antoine Olivier Pilon

Mommy (2014): Anne Dorval, Antoine Olivier Pilon

 

 

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