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Babadook

Regia di Jennifer Kent vedi scheda film

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La recensione su Babadook

di mc 5
10 stelle

Questo horror di produzione australiana mi ha dato una bella scossa. L'ho dovuto vedere un paio di voltre per poterne assaporare ogni aspetto e soprattutto per godere di ogni risvolto di una prova di recitazione immensa come quella qui offerta dalla straordinaria attrice australiana Essie Davis (colgo l'occasione per ribadire quanto sia interessante negli ultimi mesi la proposta complessiva della cinematografia australiana). Intanto diciamo subito una cosa. Qua e là vengono disseminati alcuni elementi classici del cinema horror (quanti bambini malefici o come minimo inquietanti questo tipo di cinema ci ha appioppato?) ma che qui la regista Jennifer Kent risolve in maniera decisamente inconsueta ed originale. Per non parlare poi del ruolo gigantesco di questa madre che è un contenitore vivente di dolore, sofferenza, angoscia profonda, rancore, e cento altre cose. Un personaggio destinato a rimanere nelle moderne antologie del cinema horror, mai si era vista una madre così carica di umana sofferenza. In certi momenti la Davis pare accogliere in quello sguardo desolato tutto il dolore del mondo. E credo che una prova d'attrice così dura vada assolutamente premiata. Non so se effettivamente il film abbia incassato premi, ma intanto accontentiamoci delle tante recensioni positive. Chiarisco subito che quest'opera è priva di risvolti splatter e che più che la paura si vada perseguendo uno stato di angoscia che pervade protagonisti e spettatori, raggiungendo spesso le soglie della sostenibilità. La vicenda è tutto sommato semplice. Una madre ha visto il marito morire in un incidente stradale mentre la stava accompagnando con urgenza per via di un parto incombente. Il bimbo è poi nato regolarmente ma la donna non è stata mai più la stessa, dilaniata dal rimorso e dal senso di colpa, spesso depressa e stravolta. E' poi bene chiarire che il piccolo con cui divide la misera esistenza è assai problematico, sempre a contrastare fantasmi e spettri nascosti tra armadi e pertugi della casa. Finchè non arriva in famiglia un ospite indesiderato, il fantasma Babadook, inquietante spettro che ama giocare al massacro con la donna assumendo le ingannevoli sembianze del marito defunto. Si ingaggia così una guerra snervante tra il "babau" e la povera mamma, col bimbo spesso inebetito spettatore di questo duello. Ovvio che lo spoiler è bandito per principio, però va detto che il finale è talmente inconcludente che è inevitabile un sequel, che personalmente attendo fin d'ora. Il fondo del barile dell'horror è stato talmente raschiato che fa piacere vedere un film che sceglie di "colpire al cuore" lo spettatore affidando quasi tutto all'effetto psicologico anzichè a soluzioni banalmente sanguinolente. E dimostrando che lo sguardo spento di una donna depressa può turbare il pubblico assai di più che qualche arto mozzato. Qualcuno lo ha definito "film malattia". La Kent sferra un colpo clamoroso con un 'opera prima encomiabile. Un viaggio dolente sempre sul filo del rasoio negli abissi della paranoia. Ma su "Film Tv" ne ho letto la più sfiziosa definizione: "kammerspiel psichico". E' bene sapere del valore di questo film, per non rischiare (sarebbe imperdonabile) di confonderlo con gli abituali fondi di magazzino horror che stanno arrivando a frotte nelle nostre multisale.

 
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