Regia di Jennifer Kent vedi scheda film
32 TFF – TORINO 32
Il Babau cattivo è tornato da chissà quale altro horror in cui ha spadroneggiato infingardo e maligno. E' insolito e bello trovare un horror in concorso e nell'anno della rossa ed energica leonessa Martini alla direzione, un film di genere era se non prevedibile, almeno plausibile.
Dopo la morte del marito proprio nel giorno in cui egli stava per portare la donna in ospedale in preda al travaglio, passano sei anni ed il figlioletto scopre un libro misterioso di favole nere in cui si parla di un essere misterioso col nome eccentrico del titolo. Da quel momento il bimbo si convince che in casa viva quell'essere, nascosto in un armadio che collega con la cantina. Ma tutti i torti non ha il pupo perché anche la madre, che mal sopporta le fantasie estrose del figlio, comincia a comportarsi sempre in modo più bizzarro e violento.
The babadook è in realtà un horror che si sforza di creare atmosfere interessanti, ma in realtà prende ispirazione (che vuol dire “scopiazza qua e là”) dai grandi classici riproponendo scene che alla fine gli nuocciono e lo sviliscono: primi piani sullo sguardo del bambino alla Shining, letti che vibrano violentemente da L'Esorcista, una madre che urla e fa smorfie come la Kidman in The others, un mostro che sembra un corvo nero con gli artigli alla Freddy Kruger che imita il vampiro di Murnau e chissà quali altre abusate citazioni.
Paura poca, originalità zero. Fare horror è ormai difficile perché si è detto e fatto sin troppo. Ma horror buoni ne esistono ancora, come dimostra anche quest'anno la collaterale rassegna After hours. Perché inserire questo modesto titoletto in concorso è davvero un mistero.
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