Regia di cyop&kaf vedi scheda film
Il 17 gennaio a Napoli si celebra la “festa d’o cippo di Sant’Antonio”, che accende la città di falò. Bande di ragazzi dei Quartieri Spagnoli gareggiano a chi incendia il mucchio di legna più grosso, e i rami secchi sono quelli di dozzine e dozzine di alberi di Natale in disuso dall’Epifania: il “segreto” è il luogo dove gli abeti vengono accatastati, un tesoro ostinatamente difeso e assediato da rivali e forze dell’ordine. Tutto questo, il bellissimo documentario di cyop&kaf non ce lo spiega: non c’è voce narrante, né una guida a condurci fra le vie partenopee. Siamo agganciati ai motorini dei ragazzini, alle loro scarpe da ginnastica che sfidano l’equilibrio sui cornicioni, all’altezza del loro sguardo da cui la macchina da presa non si sposta. I registi, all’esordio nel cinema, sono writer, artisti del graffito che coi loro lavori sui muri di Napoli ci invitano a una «esposizione aperta 365 giorni all’anno», e traslano quest’indole nel mezzo cinematografico. Senza coordinate né didascalie, gettano lo spettatore nel cuore della metropoli e nella missione appassionata di una manciata di ragazzi dai 10 ai 15 anni, che con sprezzo del pericolo e un fervore irripetibile trascinano alberi enormi da un quartiere all’altro, agendo per istinto viscerale e perpetuando una tradizione che affonda nelle radici mistiche della città, lasciando che il pubblico sia calamitato, spontaneamente, dalla loro parte. Fra il ritratto truffautiano e Il signore delle mosche, un pezzo di cinema del reale che si fa racconto ipnotico e furente.
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