Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
VOTO 10/10 Nel suo viaggio all'interno del cinema di genere, che in precedenza l'aveva visto affrontare il film di guerra, il noir, il film storico, la satira politica, la fantascienza e il dramma passionale, Kubrick stavolta affronta l'horror: si ispira a un romanzo di Stephen King (che ha sempre detestato il film) e ne ricava una riflessione sulla follia e l'impotenza dell'uomo di fronte ai fantasmi della propria mente e del passato (il male compiuto ritorna a tormentare l'uomo, visto che nell'Overlook Hotel erano accadute delle stragi e lo stesso albergo era stato edificato su un cimitero indiano). Ammirevoli risultano soprattutto la fattura tecnica (geniale uso della Steadycam, un nuovo tipo di macchina da presa che ha permesso lunghi e vertiginosi movimenti di macchina, come nelle celebri scene del pedinamento di Danny che guida il suo triciclo attraverso i corridoi dell'hotel), la gestione dello spazio filmico e la resa espressiva di molte sequenze; raramente l'horror è stato portato a questi livelli di intensità visionaria e di autentico brivido metafisico. Con un colpo di scena finale che riafferma con convinzione la prospettiva fantastica e soprannaturale. Il ritmo è orchestrato con sapienza (più lento nella prima parte, ma poi sempre più incalzante), così come il crescendo della tensione è impeccabile. Memorabile nella follia allucinatoria del suo personaggio Jack Nicholson, anche se in alcune scene va volutamente sopra le righe, Shelley Duvall è una vittima perfetta, costantemente terrorizzata e piangente, e anche il bambino Danny Lloyd è molto convincente. Colonna sonora da urlo, con brani di Bartok, Ligeti e del compositore Walter Carlos, e scenografie bellissime che uniscono gli interni ricreati in studio in Inghilterra agli esterni di un vero Grand Hotel, il Timberline Lodge. A livello esegetico, richiederebbe una lunga analisi che permetterebbe di spiegare alcuni particolari che possono apparire incongruenze narrative, come le visioni di Wendy verso il finale, ma che riattestano la prospettiva di un'effettiva presenza di elementi soprannaturali nell'albergo.
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