Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
The Shining è stato il primo horror che ho visto in vita mia.
Andavo alle elementari, in casa avevamo una VHS registrata con scritto SHINING in rosso. Ovviamente non sapevo nulla del film, sapevo solo che non potevo vederlo.
Ovviamente l'ho visto.
Un pomeriggio dopo la scuola, sul divano, dentro una casetta costruita con i cuscini (una grande opera!), ho visto questo incredibile capolavoro.
Di quella prima volta mi ricordo ben poco, solo l'atmosfera generale e quelle due maledette bambine. Ma riguardandolo oggi, al cinema e restaurato, mi sono reso conto che non ha perso un briciolo di forza e che anzi ha ancora moltissimo da dire.
Fin dalla sua uscita, più di quarant'anni fa, sono state date decine di interpretazioni. C'è chi ha evidenziato il lato sovrannaturale, demoniaco, con la nascita (il cimitero dei nativi) e il passato (il custode assassino) dell'Overlook Hotel a farla da padrone; chi si è concentrato sul lato psicologico, dando rilevanza ad una possibile dipendenza da alcolici di Jack e indicando l'isolamento e l'alienazione come causa primaria della sua rapida discesa nella follia; chi invece ha basato tutto sul simbolismo, con il labirinto, il sangue e gli sguardi in macchina di Nicholson come punti cardine per decifrare le intenzioni di Kubrick.
Personalmente non credo esista un'interpretazione corretta, ma oggi, nel 2024, mi rendo conto che il punto di vista di Wendy emerge su tutto.
Il dramma di una donna costretta a vivere con un marito instabile, probabilmente violento, in un luogo isolato e senza la possibilità di un aiuto esterno, è quanto mai attuale.
La prima volta che Jack le risponde in malo modo, colpevolizzandola senza motivo per la situazione in cui lui si trova, è semplicemente agghiacciante. Quello è il punto di svolta dell'intero film.
Da quel momento in poi, la violenza psicologica che Wendy subisce è massacrante, capisce che quello che è successo a Danny poco tempo prima non è stato un incidente, ma l'avvisaglia della reale condizione di Jack, accentuata dalla mancanza di alcool e dall'isolamento forzato.
Ben presto la violenza diventerà fisica, questa volta coinvolgendola direttamente e senza una possibilità di redenzione.
Sicuramente non c'è nulla di originale in questa interpretazione, penso però che sia un esempio perfetto di come un film possa parlare in modo diverso a seconda della generazione da cui viene visto e dal contesto storico in cui viene visto.
La magia di The Shining è proprio questa, una fonte inesauribile di domande, di punti di vista, di sfumature che col tempo possono cambiare e mutare, trovando il modo di restare sempre attuale.
Chissà, magari tra cinquant'anni vedremo tutto dal punto di vista del barman.
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