Regia di Roy William Neill vedi scheda film
Un agente inglese in incognito, mentre trasporta un plico segrete di grande importanza strategica da Londra a Washington, viene rapito e quindi assassinato da una rete di spie naziste in America senza però che riescano a mettere le mani sul documento.
Sherlock Holmes e il fidato Dott. Watson vengono inviati in America nel tentativo di recuperare il documento…
Quinto film della serie Sherlock Holmes con Basil Rathbone & Nigel Bruce iniziata dalla 20th Century Fox con Il Mastino dei Baskervilles e proseguita poi dalla Universal, prodotto da Howard Benedict e basata su una storia di Bertram Millhauser e sceneggiata da Lynn Riggs, è il primo film della serie con una storia originale e che non fa riferimento ad alcun racconto di Sir Arthur Conan Doyle.
La fotografia è di Lester White, Otto Ludwig al montaggio e per le scenografie fu ingaggiato Jack Otterson mentre le musiche furono opera invece di Frank Skinner.
Inizialmente con il titolo provvisorio di Sherlock Holmes negli USA, le riprese del film durarono quindici giorni nel luglio del’42 e, per risparmiare soldi, furono usate riprese dei cinegiornali mentre le scene in esterni, ad eccezione di quelle all’aeroporto, furono girare nel cortile nel retro della Universal, e fu completato verso la fine dell’anno ma lo studio, probabilmente per questioni contrattuali con gli eredi di Doyle, ne ritardò l'uscita fino al 30 aprile del 1943.
Nonostante una trama piuttosto lineare (e scontata?) c’è abbastanza suspence e azione da compensare qualche buco di trama mentre l’ambientazione a Washington si rivela un gradito cambio rispetto alle solite ambientazioni inglesi ma si tratta comunque di un capitolo abbastanza lento e che non riesce a trarre davvero vantaggio, probabilmente anche per un budget irrisorio, dall’ambientazione americana.
In realtà non c’è nemmeno alcun mistero da risolvere visto che Holmes chiarisce fin da subito dove è nascosto il microfilm ma rende comunque divertente vederlo poi passare di mano in mano fino ad arrivare inconsapevolmente proprio in quelle del cattivo.
Rispetto ai primi due film, infatti, il film ha un intrigo più divertente e coinvolgente, anche in questo caso dei racconti originali di Doyle rimane molto poco e più che un vero e proprio giallo ha più le fattezze di una spy story, c’è però meno propensione all’aspetto propagandistico, relativamente limitato alla scatola di fiammiferi di V for Victory, veramente esistiti e la cui vendita serviva per sovvenzionare l’impegno bellico americano (credo esistesse qualcosa di simile anche in Gran Bretagna), all’origine tedesca del cattivo e al consueto discorso patriotico finale di Holmes che cita direttamente un discorso tenuto al Campidoglio degli Stati Uniti da Winston Churchill ("Non ci è dato scrutare i misteri del futuro. Ma nei giorni a venire, il popolo britannico e americano, per la propria sicurezza e il bene di tutti, cammineranno insieme in maestà, giustizia e in pace") ma almeno non è così sbandierata come nei due precedenti capitoli.
Dopo questa pellicola, Holmes tornerà fortunatamente ad occuparsi di gialli, seppur ancora ambientati nell'(allora) presente invece che nell'era vittoriana, con grande rammarico dei puristi di Holmes.
Sarà anche l’ultima pellicola in cui Holmes sfoggerà quella stupida acconciatura (meglio tardi che mai).
Basil Rathbone & Nigel Bruce hanno, come al solito, una chimica impeccabile tra loro, avendo lavorato insieme in molte occasioni, ma per qualche ragione Watson è stato descritto ancora più maldestro del solito, impagabile mentre reagisce alla cultura americana e alle differenze di convenzioni tra America e Gran Bretagna, ma è un ritratto molto diverso dal personaggio originale, eppure funziona benissimo con l’Holmes di Rathbone, e fa anche buon uso del talento comico di Nigel Bruce.
Oltre a Rathbone & Bruce il cast comprendeva anche George Zucco e Henry Daniell.
Entrambi avevano già lavorato nella serie, Zucco nel ruolo di Moriarty in Le avventure di Sherlock Holmes e, sorprendentemente, non torna a interpretare lo stesso personaggio ma Richard Stanley, commerciante d’antiquariato che in realtà si rivela essere Heinrich Hinckel, una spia tedesca della Prima guerra mondiale in combutta con i nazisti, mentre Henry Daniell, che qui interpreta William Easter, braccio destro di Hinckel, successivamente avrebbe interpretato proprio Moriarty in La donna in verde.
Il film vede insieme due degli interpreti nella serie del personaggio di Moriarty ma in altri ruoli ma la cosa era piuttosto comune nei serial Hollywoodiani dell’epoca.
In questo stesso film, ad esempio, compaiono anche Ian Wolfe che sarebbe poi apparso anche in L'artiglio scarlatto (1944), La perla della morte (1944) e Vestito per uccidere (1946), Gerald Hamer che comparire in altri quattro film della Universal e Holmes Herbert, che aveva già debuttato in Le avventure di Sherlock Holmes e tornerà poi in altre pellicole.
Nel cast è presente anche Marjorie Lord nei panni di Nancy Partridge, una donna che viene coinvolta suo malgrado nel mistero e prossima alle nozze con il Tenente Pete Merriam, interpretato da John Archer.
Curiosamente i direttori del casting avevano originariamente assegnato il ruolo a un altro attore, Robert Paige. Quando il film entrò in produzione, tuttavia, Paige era già occupato altrove e, per sostituirlo, fu chiamato d’urgenza John Archer, attore freelancee, scoprendo solo dopo la firma che lui e Marjorie Lord fossero in effetti marito e moglie, oltre che futuri genitori dell’attrice Anne Archer (Taverna Paradiso, Attrazione fatale, Giochi di potere, Body of Evidence, America oggi, Sotto il segno del pericolo).
Completano il cast Gavin Muir, Edmund MacDonald, Don Terry e Bradley Page.
VOTO: 5,5
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