Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Il poeta friulano Pierluigi Cappello viene ritratto dalla Archibugi nelle sue stesse parole, durante gli spostamenti fra una serata e l'altra.
Parole povere, ma dense di significato, quelle di Pierluigi Cappello, friulano classe 1967, riconosciuto fra i maggiori poeti della sua generazione; Francesca Archibugi decide di raccogliere queste parole seguendo Cappello per qualche giorno, in viaggio, a cena e sul palco. E' l'occasione per far parlare lo scrittore di sè, ma anche a ruota libera sul mondo, sulla letteratura, sulla vita; la regista non interferisce, si limita a raccogliere e mescolare insieme i pensieri del protagonista. Un documentario on the road della durata di un'ora scarsa, un lavoro solo in apparenza un po' fuori rotta per una regista portata alla popolarità dal cinema a soggetto (i suoi ultimi titoli: Lezioni di volo del 2007, Questione di cuore del 2009) e in particolare da opere dai concreti risvolti sociali (L'albero delle pere, 1998; Domani, 2001). In realtà la Archibugi ha sempre proseguito, pur con minor frequenza, una strada parallela di documentari non meno interessanti e colmi di contenuti, a partire da una monografia su Marco Bellocchio, nel 1996, per una serie intitolata Ritratti d'autore. Di Parole povere colpisce soprattutto la chiara scelta di lasciare il maggior spazio possibile alla voce (e di conseguenza alla presenza fisica) di Pierluigi Cappello con un ruolo predominante, naturalmente, delle letture di sue opere. 6/10.
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