Trama
Nel Giappone dilaniato dalla Seconda guerra mondiale, Nomura, uno scrittore in preda alla disperazione, decide di vivere come marito e moglie con una ex prostituta, una donna che lavora in un bar e che anni prima era stata venduta dal padre ad un bordello a causa delle difficoltà economiche della famiglia. La donna, però, a causa del suo passato non riesce a provare alcun piacere sessuale. Nel frattempo, Ohira, un giapponese che ha combattuto in Cina, rientra in patria con un solo braccio e tenta di sopravvivere. Lo scrittore, la prostituta e il soldato si ritroveranno a dover fare i conti con la disperazione, la povertà e il Male.
Approfondimento
A WOMAN AND A WAR: STORIE SCOMODE DI GUERRA
Diretto da Junichi Inoue e sceneggiato da Haruhiko Arai e Futoshi Nakano sulla base di un racconto del famoso scrittore Ango Sakaguchi, A Woman and a War intreccia le vite di due uomini e una donna sul finire della Seconda guerra mondiale in Giappone. Protagonisti sono uno scrittore che non riesce a capire come andare avanti in un momento di profonde trasformazioni, una donna che non riesce a provare alcun piacere sessuale e un ex soldato con un braccio solo che, in ricordo dei crimini commessi in guerra, stupra le donne: tre vittime di guerra che devono andare avanti finché rimangono in vita, mettendo a nudo le proprie debolezze, la propria forza, l'astuzia, la sofferenza, il pathos e tutto ciò che li rende umani.
A spiegare il film sono le parole scelte dal regista per accompagnare il film in concorso al Festival di Torino 2013: «Le persone dimenticano. Particolarmente i giapponesi. E questo dimenticare permette loro di ignorare fatti storici scomodi e i crimini commessi durante la Seconda Guerra Mondiale. Sicuramente questa noncuranza del Giappone ha avuto come effetto gli attuali fragili rapporti con l’Asia. La mia missione come regista era di fare un film che trattasse quegli argomenti che altrimenti i giapponesi avrebbero dimenticato. Ma l’attuale industria cinematografica giapponese non dà sostegno a progetti di questo genere. L’unica opzione era l’autofinanziamento.
A Woman and War è un film sulla guerra senza scene di guerra, girato con un budget ristrettissimo di 12 milioni di Yen. Mi sono concentrato sulla popolazione civile al tempo della guerra che ha perso la propria umanità a causa dell’indulgenza. Questo non è un film facile da vedere, con la sua oscenità, la violenza e le scene di stupro. Le vittime di guerra diventano colpevoli e gli oppressori diventano vittime. La protagonista dichiara di amare la guerra “perché rende tutti ugualmente infelici”. Ma la guerra non dura per sempre e lei deve trovare un modo per andare avanti dopo la guerra. Il film non dipinge la guerra solo come un evento storico perché, come disse E.H. Carr, “la storia consiste essenzialmente nel vedere il passato attraverso gli occhi del presente e alla luce dei suoi problemi”.
Nel film ho cercato di trasmettere la mia speranza che la tragedia della guerra non venga ripetuta. Spero davvero che ciò risulti chiaro.»
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