Regia di John Old jr. (Lamberto Bava) vedi scheda film
Uno squalo tentacoluto compie stragi di umani al largo delle coste americane; un'equipe di scienziati studia il fenomeno, anche grazie a un tentacolo fortunosamente recuperato da un'esploratrice. Risulta così che il mostro è capace di autorigenerarsi: si tratta di una creatura di laboratorio finalizzata a biechi scopi, e distruggerla non sarà una passeggiata.
Lo squalo di Spielberg è del 1975; il suo planetario e indiscutibile successo generò cloni e scopiazzature anche nel cinema di genere nostrano. Uno fra questi titoli è Shark - Rosso nell'oceano, diretto dal quasi insospettabile Lamberto Bava. Figlio del grande Mario e già capace di qualche discreto exploit nell'horror (Macabro, La casa con la scala nel buio), Bava si getta qui nel trash più irriducibile, lavorando a bassissimo budget e su una storia del tutto priva di fantasia e, dettaglio comunque meno importante qui, di logica. La sceneggiatura firmata da un poker di autori (Dardano Sacchetti, Hervè Piccini, Gianfranco Clerici e Vincenzo Mannino) è infatti un cumulo di banalità in salsa horror-monster movie, che punta essenzialmente su tensione - non eccelsa, a dire il vero - ed effetti speciali - non pervenuti o quasi. Ma anche, chiaramente, una giusta dose di azione, che però in acqua perde molta parte del suo presupposto fascino. Non potendo quindi ripiegare neppure sulla recitazione (nel cast compaiono nomi come quelli di Valentine Monnier, Michael Sopkiw, Iris Peynado e, fortunatamente, anche William Berger, Dagmar Lassander e Gianni Garko), la pellicola va mestamente verso il suo fisiologico tracollo, lentamente, nel corso del suo centinaio di minuti di durata. Il regista si rialzerà subito, comunque: Demoni, buon successo e ritorno all'horror, sarà il suo lavoro seguente. 2/10.
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