Regia di Mike Leigh vedi scheda film
Bei paesaggi naturali, begli scorci cittadini, brutti personaggi
Quando ho visto le prime sequenze paesaggistiche – filmate dall'ottimo direttore della fotografia Dick Pope - mi ha molto invogliato a vederlo. I bei panorami, però, sono rimasti l'unica cosa bella di questo film. Non che sia fatto male, anzi, ma di bello in senso stretto c'è ben poco di altro.
I personaggi – protagonista compreso – mi sono risultati sgradevoli, e mi spingo a dire che il regista si sforza di rendere ciascuno brutto, o sporco, o malato, o queste cose insieme La convivente del pittore, goffa, sporca, un po' gobba e coperta di scabbia forse batte tutti gli altri. Alcuni personaggi sono solo acconciati o vestiti male, o ancora indossano parrucche bisunte e ridicole. Alcune fugaci eccezioni di altri personaggi non mutano il quadro generale.
Ogni tanto vi è qualche scena di sesso improvviso, ma completamente senza erotismo, meccanica, squallida, e quasi gelida.
Mike Leigh l'ho apprezzato in molti film; mi piace il suo tono agrodolce e la sua abilità nel descrivere i sentimenti espressi e non, e le loro sfumature. Ma questa pellicola è diversa: essa è ruvida, ispida, musona come Turner, e scandaglia poco i personaggi. Non sarebbe stato interessante approfondire un po' il rapporto del pittore col padre? E la locandiera? E perché far recitare Timothy Spall a muso duro per tutto il tempo?
Insomma, questo non è il Mike Leigh che amo e che mi aspettavo di vedere anche qui.
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