Trama
Uno sguardo all'ultimo quarto di vita di Joseph Mallord William Turner (Timothy Spall), pittore e incisore inglese nato a Londra nel 1775 e divenuto uno dei maggiori esponenti del movimento romantico. Profondamente turbato dalla morte del padre, Turner inizia a vivere con la vedova Mrs. Booth ed è tormentato occasionalmente da Sarah Danby, una ex amante da cui ha avuto due figlie illegittime. Godendo dell'accoglienza dell'aristocrazia terriera, Turner frequenta un bordello, è affascinato dalla scienza, dalla fotografia e dalle ferrovie, è un membro dell'accademia reale delle arti e sfida una tempesta di neve attaccato all'albero di una nave per dipingere la tempesta stessa. Osannato da alcuni ed odiato da altri, Turner rifiuta anche un'offerta di 100 mila sterline da un milionario che desidera acquistare tutti i suoi lavori, fortemente detestati dalla regina Victoria. Ad amarlo più di tutti è però Hannah, la governante storica che Turner ogni tanto sfrutta per i suoi bisogni sessuali.
Approfondimento
TURNER: LE CONTRADDIZIONI DI UN ARTISTA
Scritto e diretto da Mike Leigh, Turner racconta l'ultimo squarcio di vita del pittore e incisore inglese Joseph Mallord William Turner, a cominciare dalla morte del padre avvenuta nel 1829 e considerata da tutti come un momento di svolta della sua biografia. Personalità complessa che finì per lasciare alla corona inglese tutte le sue opere, nonostante l'avversione al suo lavoro della regina Vittoria, Turner è interpretato da Timothy Spall e a raccontare le intenzioni dell'opera, presentata in concorso al festival di Cannes 2014, sono le stesse parole di Mike Leigh: «Nel 1999, sul finire del secolo, quando ho presentato Topsy Turvy - Sottosopra, ho detto che si trattava di un film su tutti noi che soffriamo e ci sforziamo di far sorridere gli altri.
Con Turner sono tornato ad accendere la cinepresa su noi stessi, su noi che cerchiamo di essere artisti, con tutti i problemi che ciò comporta. Far ridere la gente, difficile com'è, è una cosa. Portarla a sperimentare il profondo, il sublime, lo spirituale, la bellezza epica e il dramma terrificante, è un'altra cosa ancora. Affinché accada, occorre in primo luogo vivere e non è detto che chiunque vi riesca. Turner, ad esempio, ci è riuscito. Era un gigante tra gli artisti, una mente a senso unico e senza compromessi, straordinariamente prolifico, rivoluzionario nel suo approccio, consumato dal mestiere e chiaroveggente nella sua visione dell'arte. Eppure, Turner era anche un uomo eccentrico, anarchico, vulnerabile, imperfetto, capace di sbagliare e talvolta rozzo. Riusciva ad essere egoista e disonesto e al tempo stesso generoso e capace di vivere grandi passioni e generare immensa poesia.
Turner è dunque un'opera sulle tensioni e sui contrasti tra quest'uomo molto terreno e la sua opera eterna, tra la sua fragilità e la sua forza. Ed è anche un tentativo di rievocare i drammatici cambiamenti che il suo mondo ha vissuto e attraversato durante l'ultimo quarto di secolo della sua vita».
Note
Grazie anche alla straordinaria attenzione del direttore della fotografia Dick Pope, Leigh filma la passione della luce e dell’occhio di Turner con un passo di straordinaria essenzialità che evita accuratamente l’aridità dell’illustrazione erudita. Nel corpo di Timothy Spall, Leigh incarna il tormento dell’immagine che diventa testimonianza storica grazie alla precisione di un gesto filmico tanto potente quanto discreto. Turner è il migliore omaggio ipotizzabile per il “poeta della luce”.
Trailer
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- Prix d'interprétation masculine a Timothy Spall al Festival di Cannes 2014
Commenti (11) vedi tutti
Le riprese sono molto valide. Spesso si tratta di veri e propri quadri. Non è chiaro quanto la narrazione sia aderente alla realtà: la domestica deforme, la nuova moglie, le figlie non riconosciute,... Comunque molto interessante. Finalmente si vedono anche quadri decisamente belli. 7,5
commento di BradyAl di là dell'ottima fotografia (e ci mancherebbe altro, parlando del caposcuola del romanticismo britannico), il resto non va oltre la sufficienza. Protagonista stucchevole, la cui recitazione stravolge, in maniera esponenzialmente forzata, una linearità di sentimenti che non traspaiono mai. Regia che si perde tra biografia e recitazione. 6
commento di fra_pagaLa regia di Mike Leigh si mette umilmente al servizio della pittura di Turner, facendo della fotografia il ponte che conduce il film fino alla svolta astrattista del grande pittore. Non manca la vena ironica in "Turner", così come un certa tendenza al calligrafismo. Si ammirano i paesaggi plumbei, che danno al film un suo fascino particolare.
commento di Peppe ComuneUn capolavoro per palati fini. Le figure grottesche che interagiscono come in una opera buffa sono una fotografia della Londra fine 700. Ambientazioni e costumi sono sorprendenti. Il genio tormentato dell'artista in continua ricerca del nuovo e della verità, si percepisce nell'evoluzione violenta della luce delle sue opere controverse e disarmanti.
commento di SuperFioreHo resistito fino a metà film... voto 2
commento di stokaiserBei paesaggi naturali, begli scorci cittadini, brutti personaggi
leggi la recensione completa di BalivernaLo splendore straordinario delle immagini, la verità della narrazione, e l’ottima interpretazione degli attori, del protagonista Timothy Spall, in primo luogo (Palma d’oro a Cannes) ripagano largamente della inevitabilmente lunga durata del film.
leggi la recensione completa di laulillaMah...forse era meglio farne un documentario.
leggi la recensione completa di tobanisI meriti di questo piccolo e grandioso film sono tanti e vanno ripartiti tra più persone. Perché piccolo? Non vuole assolutamente essere un termine riduttivo: l’ultimo lavoro del regista pur restando nel suo territorio di autore di sentimenti affronta con piglio deciso e preparato la biografia di un personaggio ingombrante.
leggi la recensione completa di michemarLeigh si prende tutto il suo tempo per cercare una chiave di lettura sia per la figura di Turner sia per quella dell'800 romantico, ma non riesce a trovare che sporadici sprazzi di grazia figurativa, ironia, poesia. Manca una visione forte, unitaria. La ricchezza cromatica e luministica, la bellezza di alcuni dialoghi non bastano a salvare il film.
commento di ed wood