Regia di Ira Sachs vedi scheda film
La bellezza di questo film sta soprattutto nel riprendere con naturalezza le vicende di una storia d’amore attraverso la quale si incrociano altre storie affettive e generazionali di altra tonalità, tratteggiandone i momenti positivi ma anche quelli drammatici con l’abilità di non eccedere nella visibilità del negativo ma nel sublimarlo nelle aree musicali di Chopin, sullo sfondo di una crisi economica i cui effetti creano un’atmosfera sotterranea in tutte le scene.
Incontriamo dunque livelli tematici differenti, affrontati con angolazioni plurime.
Il tutto inizia con la decisione da parte di due uomini, già in là negli anni, Ben (70 anni) e George (60 anni), e che stanno insieme da 39 anni, di ufficializzare legalmente la loro unione, con tanto di adesione festosa da parte di parenti e amici. Tale ufficializzazione, nella vita effettiva, dovrebbe essere un atto del tutto formale, visto che i due protagonisti convivono da lungo tempo e tutti sono a conoscenza della loro relazione. Ma George viene immediatamente licenziato dalla scuola cattolica presso cui esercita il suo insegnamento di musica e di direzione del coro, e ciò non tanto per lo scandalo che può suscitare la propria omosessualità (tutti i genitori e la direzione ne sono a conoscenza) ma perché i precetti cattolici devono essere rispettati da protocollo.
Ciò induce George e Ben a rivedere la loro condizione economica, soprattutto a livello abitativo, perché il reddito ora non consente loro di rimanere nella casa in cui hanno convissuto per anni e che ha cementato il loro legame. In una riunione da loro convocata per esporre ad amici e parenti il loro problema, emerge l’indifferenza dissimulata da parte degli ospiti, nel senso che non hanno la prontezza di farsi carico dell’ospitalità temporanea. Solo in un secondo momento, quando la riunione è già finita, dopo un confronto più ristretto, in assenza dei due protagonisti, comprendono che per loro bisogna fare qualcosa. E’ quanto basta, per sottolineare una strisciante indifferenza del ceto medio, nonostante la sua apertura e assenza di pregiudizi.
Nonostante tutto una soluzione si trova: George viene ospitato da inquilini amici dello stesso palazzo, una coppia di poliziotti gay che ha l’abitudine di invitare sempre gente a cena fino a tarda notte, andando a incidere sull’umore riservato di George, che si sente sempre più a disagio; a sua volta Ben viene ospitato dalla famiglia di suo nipote Elliot, e assisterà a tutti i dissapori in essa presenti: il rapporto del nipote con sua moglie Kate non è dei più rosei dal momento che Elliot è sempre fuori per il suo lavoro nel cinema, mentre Kate non trova l’ispirazione giusta per scrivere il suo romanzo, dal momento che Ben è sempre lì a disturbarla con il suo naturale desiderio di dialogare per famigliarizzare in un ambiente estraneo, e inoltre Ben avverte di essere respinto dal loro figlio preadolescente, Joey, che non avendo ancora una ben strutturata identità di genere ha un rapporto morboso con un ragazzo un po’ più alto di lui e si ostina a definirsi non gay. Ben cerca di avvicinarsi al mondo adolescenziale, e in questo tentativo realizza sulla terrazza di casa il ritratto dell’amico di Joey, accendendo in lui un sentimento di critica contro gli omosessuali. Ritengo questa scena molto importante: da una parte viene evidenziata la solitudine di Ben in quella casa, e per cercare di ritrovare se stesso riprende in mano la sua passione di sempre che è quella di dipingere, e sceglie di fare il ritratto per cercare di entrare un pò di più nel mondo degli adolescenti, che sembrano essere un po’ allo sbando per l’età che attraversano; dall’altra parte, sarà proprio quel quadro ad assumere una centralità nel finale del film, centralità da interpretare per i molteplici significati ambivalenti a cui rinvia.
Le vicende si complicano, perché dalla vendita della vecchia casa, i due protagonisti non ricavano denaro a sufficienza per permettersene un’altra altrettanto confortevole, perciò fanno domande a diverse agenzie e il tempo dell’ospitalità si prolunga, fino a quando si assiste alla disgregazione famigliare di Kate e Elliot di fronte a un figlio che ha rubato dei libri a scuola con la complicità del suo amico; in tale occasione il figlio ha un dialogo con Ben, il quale gli chiede che cosa ne pensa dell’amore; dopo una chiusura iniziale, ribadendo di non essere gay, il ragazzo si apre, e dice di aver provato un’attrazione per una ragazza notata per caso in vacanza, anche se non le ha mai rivolto il saluto, ma spera di rivederla ora in città, benché non sappia se salutarla. Allora Ben lo esorta a salutarla se avrà la fortuna di incontrarla. E qui tocchiamo un momento di grande formazione, perché quelle parole dette da Ben daranno i suoi frutti, e infatti vedremo nel finale il ragazzo andarsene sotto un viale con lo skateboard insieme a un’altra ragazza e non più con il suo solito amico.
Nel frattempo Ben ha un cedimento, cade per le scale, si frattura la spalla e inoltre gli viene diagnosticata una cardiopatia. Gli eventi precipitano. Nonostante George abbia trovato una buona occasione abitativa per entrambi, Ben termina la sua esistenza.
La coppia felice, che si è sempre amata per ben 39 anni, oramai è tramontata su questa terra, ma restano i ricordi, riassunti soprattutto in quell’ultimo quadro del ritratto al giovane ragazzo amico di Joey, ritratto che diventa il simbolo dell’amore con tutte le sue tonalità, chiare e anche oscure, che nella loro ambivalenza promuovo un significato complesso, degno di una riflessione che il film cede allo spettatore. A questo proposito, possiamo dire che sia anche un’opera che lascia molto spazio allo spettatore, perché i momenti più drammatiche vengono evinti tra una scena e l’altra, con salti temporali realizzato con delicato e intelligente equilibrio.
Il film non vuole essere una denuncia contro l’omofobia, ma semplicemente esprimere la complessità del sentimento umano, senza mai cadere nella retorica o nella critica spietata del sistema, che ancora a rilento fa fatica a rendere operativa la legge sulle unioni gay. Si concentra sulla formazione adolescenziale, su una famiglia in crisi, sull’apporto educativo dell’anziano George, sui disagi nelle convivenze forzate in altre abitazioni, sugli smacchi sottili che sussistono in relazioni civili del ceto medio borghese, sempre pronto a crollare per un nulla… Infine si concentra sulla grandezza e la fatica dell'amore di una coppia che deve fare i conti con l'età. Il tutto viene narrato e ripreso con notevole eleganza, senza eccesso, impresa non facile per le tematiche delicate che il film affronta…
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