Regia di Ira Sachs vedi scheda film
Che cosa sono "I toni dell'amore?" Il titolo italiano mi sembra un po' maldestro, anche se l'originale "Love is strange" forse non era facilissimo da rendere con un'espressione che non fosse "L'amore è strano". Titolo a parte, il film è una commedia di buon livello su una coppia gay di New York che decide di sposarsi dopo una lunga convivenza di quasi quarant'anni, ma che dopo la cerimonia è costretta a vendere l'appartamento dove ha vissuto per tanto tempo perché uno dei due uomini perde il proprio lavoro di insegnante di musica in una scuola cattolica (sarà un caso che anche in questo contesto progressista la nota omofobia cattolica mieta vittime?). Come conseguenza, i due devono chiedere ospitalità ad alcuni parenti e amici e il rapporto non può non risentirne, fino ad un finale piuttosto mesto. Il tono prevalente è dolce-amaro, con una maggiore importanza data ai personaggi rispetto all'intreccio, una buona definizione delle psicologie e dialoghi che risultano veritieri, ben serviti da un cast ispirato. Il regista Ira Sachs è un ebreo omosessuale dichiarato che nel film avrà messo probabilmente molto di personale, e che si può apprezzare per aver spostato il focus narrativo, per una volta, su due gay anziani, di cui il cinema raramente si è occupato. La scrittura è all'insegna della leggerezza, con musiche molto poetiche di Chopin nella colonna sonora, per un'opera sensibile e mai invadente che però nel complesso non riesce a fare un'impressione memorabile. Fa piacere rivedere John Lithgow in una pregevole interpretazione (io lo ricordavo soprattutto in "Voglia di tenerezza" di più di trent'anni fa), ma il mattatore del film è Alfred Molina che in alcune scene sembra il sosia di Diego Armando Maradona. Fra i caratteristi si rivede Marisa Tomei, già premio Oscar e attrice di belle speranze non proprio mantenute, discreta nella parte della nipote di Lithgow.
Voto 7/10
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