Regia di Sophie Barthes vedi scheda film
Dal capolavoro di Flubert.,ennesima riproposizione cinematografica,senza infamia e senza lode
L'affascinante e giovane Emma diventa la moglie del dottor Bovary ,medico modesto di una piccola città,matrimonio non d'amore, ma solo unica via di fuga,dalla sua famiglia d'origine, che si occupa dell'allevamento di maiali.Emma non si adatta alla grigia e abitudinaria vita di campagna,ma da ambiziosa qual'è, cerca in tutti i modi di compiere la scalata sociale, cercando di sfruttare a suo vantaggio, le sue innumerevoli scappatelle e concedendosi sciagurate relazioni extraconiugali, coltivando la vana speranza di poter fare il grande balzo, lasciare quella vita grama, che le sta stretta ed andare in una grande città, dove poter fare la bella vita.Ma in sostanza, non riesce altro che ad accumulare debiti,concedendosi lussi e un tenore di vita inadeguato alle sue finanze e soprattutto fidandosi delle persone sbagliate.L'epilogo tragico, è il logico corollario di una vita dissipata e sbagliata.
Dal capolavoro di Gustave Flaubert.l'ennesima riproposizione cinematografica,non aggiunge, nè toglie niente, a quanto visto altre volte.Però, ciononostante, la questione è intrigante e anche oggi attuale,perchè persone arriviste e ambiziose,assetate di gloria, di potere e di denaro,disposte a tutto per ottenerlo, ce ne sono sempre state e sempre ce ne saranno.
Ovviamente,il tema qui è declinato al femminile, perchè il contesto storico è quello dell'ottocento, quando le donne per poter raggiungere quegli obbiettivi erano costrette a matrimoni"d'interesse"non potendo disporre di altre frecce al loro arco,non certo per mancanza di capacità o di talento,di cui non hanno mai difettato, ma solo perchè le società patriarcali e maschiliste dell'epoca, non consentivano,loro alcuna forma d'indipendenza e di emancipazione, quindi erano soggiogate e assoggettate al potere prima del padre e poi del marito, non avendo alcuna "chance" di evolversi autonomamente, anche perchè prive di proprie risorse economiche.Di strada se n'è fatta tanta,a tal proposito,ma ancora tanta toccherà farne, per consentire una completa e totale parità di diritti,di opportunità, di dignità e di rispetto,per salvaguardare e tutelate gli interessi e le aspirazioni, che non sono solo delle donne,ma appartengono a tutta la comunità civile.
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