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Uno sguardo dal ponte

Regia di Sidney Lumet vedi scheda film

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La recensione su Uno sguardo dal ponte

di Baliverna
8 stelle

Un uomo divorato da una passione malsana per la nipote genera molta sofferenza attorno a sé, e a se stesso innanzitutto.

Si tratta di un teso dramma di Lumet, regista amante degli spazi chiusi, con poca azione e molti dialoghi. I dialoghi però sono ben scritti e delineano a poco poco un conflitto che nasce e cresce a poco a poco, fino ad esplodere. Al centro di tutta la vicenda troviamo la passione malsana del protagonista (Raf Vallone) per la nipote, che ha adottato con sua moglie e preso in casa da bambina. La madre della ragazza era sorella della moglie, quindi la giovane non ha legami di sangue col marito. Tuttavia l'averla allevata come una figlia fa si che il fortissimo sentimento non paterno che la lega a lei si configuri come incesto, anche se latente o non consumato. Infatti è un sentimento che egli stesso non ammette di provare, e copre con una quantità di pretesti, più per sé che per gli altri. E' infatti sinceramente convinto che siano veri, come la storia del passaporto, ripetuta fino alla nausea. Ciò che prova è una smania di possesso, di esclusività, che deborda in una gelosia incontrollabile non appena qualcuno minaccia di portare via l'oggetto della brama. In questo contesto, il desiderio fisico e sessuale se ne stanno in secondo piano o assumono una posizione del tutto marginale. Quello che per lui conta e l'averla in casa, e che nessun altro uomo la abbia. Insomma, non si può parlare di una sbandata per una bella adolescente che bazzica per casa poco vestita, ma di un sentimento malato e folle, potenzialmente omicida.
L'arrivo dei cugini in casa è solo la causa scatenante di un male già presentre, una situazione sbagliata che andava avanti da tempo, ma che le circostanze non avevano veramente messo a nudo. I segni premonitori però c'erano, ma nessuno aveva veramente voluto prenderne atto, perché richiamavano una realtà troppo spiacevole e quasi inconfessabile. E la ragazza stessa, forse inconsciamente, asseconda quasi fino alla fine la mala serpe che il patrigno si porta in seno. Una volta per ingenuità e una volta per compassione, dà praticamente da mangiare al mostro che l'uomo ha dentro di sé. Quando il conflitto è ormai esploso, la ragazza ancora esita a schiacciare la testa al rettile velenoso; per un bel po' si sentirà infatti bloccata dallo scrupolo di rattristarlo e da un mal declinato sentimento di gratitudine. Sono dinamiche psicologiche tutt'altro che campate per aria, quando una persona è succube di un'altra. Questi indugi di lei, tuttavia, permettono alla situazione di degenerare.
E' interessante notare come il protagonista, mentre scivola via via nel baratro della follia, si rifiuti anche di considerare di mandare giù il rospo e permettere che la nipote lasci casa e trovi la sua felicità con il ragazzo. La gelosia che lo divora è ceca, e non vuole sentire ragioni.
Ho trovato notevole l'interpretazione di Raf Vallone, soprattutto per come rende la paranoia e la smania di un pazzo, che lo era anche prima, anche se in modo non visibile da fuori. Anche la moglie (Maureen Stapleton) è brava nella sua parte: il suo personaggio ha un misto di coraggio, pavidità, ribellione e sottomissione. In ogni caso, come anche l'avvocato, è dotata di buon senso. Lumet è molto accorto nel far vedere fin dall'inizio come il marito la tratti come una sorella o un'amica, mentre guarda la nipote con occhi molto diversi. Io, che non avevo idea della trama, all'inizio ho appunto pensato che la donna fosse sua sorella, il che mostra l'abilità della recitazione degli attori e della direzione di Lumet.
L'ambientazione è costituita da un appartamentino piccolo e povero, e una livida New York autunnale, sporca e bagnata. Qualche stereotipo di troppo sugli italiani e l'immagine eccessivamente negativa dell'Italia (allora in pieno boom economico) non sono difetti gravi. Lo definirei un film impegnativo, onesto nello scavare personaggi, amaro e dolente. Per chi ama lo studio dei personaggi, e i dialoghi che rivelano ciò che sta dentro è una pellicola consigliata. Per chi cerca la trama e l'azione non è il caso.

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