Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Dal dramma omonimo di Arthur Miller: un italoamericano, leader di una comunità di portuali a Brooklyn, non riesce ad accettare che la nipote (di cui è morbosamente geloso) sia diventata donna e arriva a denunciarne il fidanzato per immigrazione clandestina. Toni e temi da tragedia greca (l’incesto, sia pure solo sfiorato; il tradimento) trasferiti in un contesto proletario. Il film è soprattutto la storia della progressiva degradazione morale di Raf Vallone, che all’inizio è amato e rispettato da tutti (inoltre, dalle prime scene, il suo attaccamento alla nipote sembra solo un normale affetto senza nulla di malato) e che via via perde la propria lucidità mentale fino a compiere il gesto che lui stesso aveva condannato come l’azione più odiosa che si potesse commettere. Funzionale Jean Sorel, il cui bel faccino si contrappone efficacemente all’aspetto rude del rivale; ottima Maureen Stapleton, che ha intuito tutto e che verso la fine trova il coraggio di dire in faccia al marito “lei non sarà mai tua, lo vuoi capire?”. Uno spettacolo potente, magari un tantino declamatorio per i gusti moderni nel suo accumulo di scene madri, ma godibile.
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