Regia di Luigi Scattini vedi scheda film
Fino a quel momento Luigi (padre di Monica) Scattini aveva diretto una coppia di miserrimi mondo movie e altrettante pellicole con Franco e Ciccio, neppure fra le più memorabili del duo comico siculo; ecco quindi che La sfinge d'oro potrebbe apparire come il suo primo vero e proprio film realizzato per esigenze più artistiche che alimentari/produttive. A tutti gli effetti è uno dei meglio diretti dal regista: il ritmo e la tensione non mancano, così come la trama - per quanto poco originale possa essere - funziona, nella sua ambientazione esotica e con i colpi di scena d'ordinanza che il genere avventuroso impone. Ma la vera attrazione centrale di tutto il lavoro risiede nell'accoppiata di nomi al centro del cartellone: al protagonista maschile, l'americano Robert Taylor (a dire il vero in declino: questo sarà uno dei suoi ultimissimi film), si affianca la diva de La dolce vita Anita Ekberg, anch'essa a dire il vero in calo di popolarità negli anni più recenti. Co-produzione a tre teste fra Italia, Egitto e Spagna, La sfinge d'oro vede impegnato il seguente team di scrittura: per il soggetto Adalberto Albertini e Rafael Sanchez Campoy; per la sceneggiatura lo stesso Campoy, Jaime Comas Gil e Josè Antonio Cascales; la storia è poca roba, ma almeno - come detto - quella poca roba è disposta con un minimo di ritmo e vivacità. Nel cast anche Giacomo Rossi Stuart e Remo De Angelis; colonna sonora 'passabile' di Roberto Pregadio. 3/10.
Egitto. Nella spedizione di un archeologo, alla ricerca della sfinge d'oro, si infiltrano due avidi banditi. Molto presto l'uomo si accorge che qualcosa non va.
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