Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film
Francesco ama Anna, ma l’ha tradita e lei l’ha lasciato. Paolo, il miglior amico di lui, in attesa di divenire padre del bimbo di Elena, soffre di una crisi d’orientamento sessuale. Gianni e Mario sono fratelli gemelli: il secondo è ridotto per colpa del primo su una sedia a rotelle, e questi lo cura. Alice è una prosperosa e promiscua starlette da soap opera, amante degli uomini in divisa. Piccole storie d’ambiente condominiale (un condominio sezionato come il pensionato femminile di L’idolo delle donne, che citiamo solo per ricordarci del bel cinema) diventano una sola quando un residente si suicida e a casa di Francesco giunge l’amore del defunto. Soap opera è la solita neocommedia dell’arte in cui gli attori ripropongono stancamente le proprie maschere, se possibile televisive. Ma anche un film in cui l’esterofilo Genovesi ricalca scene e andamento del Cuori di Resnais (come Happy Family, scritto dal regista, remixava Wes Anderson). Un film che non sa minimamente cosa sia un tempo comico e pronuncia battute irricevibili. Ma anche un film che tra figurine di contorno, sciocche sino al grottesco, e un unico protagonista a tutto tondo (si fa per dire), sceglie di lasciare un personaggio (quello di Elisa Sednaoui) in un pudico mistero, fermando di fronte a lei bozzettismo e psicologia da due euro. Soap opera ci interessa solo perché tenta una nuova via (autoriale ma popolare, televisivamente italiota ma con ambizioni europee) per la nostra commedia. Rimanendo comunque un fallimento.
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