Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
Scritto dal regista insieme ad Alessandro Ferraù e Sergio Sollima, Ursus gladiatore ribelle è uno dei tanti peplum in circolazione in quegli anni sul grande schermo del Belpaese; con peplum si intendeva indicare un film mitologico che sfruttava scene, costumi (e spesso anche interpreti minori) precedentemente o contemporaneamente utilizzati da produzioni di serie A, messo però in scena alla rinfusa con una storia scritta rapidamente e senza troppe idee. Fondamentalmente si è appena descritta con precisione chirurgica questa pellicola; il mito di Ursus su celluloide era nato l'anno precedente con l'eponimo lavoro di Campogalliani, ma nei pochi mesi intercorsi erano già usciti altri tre film con protagonista lo stesso energumeno. Questo di Paolella è l'unico dell'intera saga (che comunque presto terminerà, in parallelo al filone tutto) a usare come protagonista Dan Vadis, poi impiegato anche come Ercole e via dicendo in altre opere analoghe di quei turbolenti anni. La verosimiglianza storica non è mai stato il punto forte del genere; piuttosto ciò che importa nel copione sono i combattimenti e le imprese degli stuntmen, con una sottotrama sentimentale che anche qui viene rispettata in pieno. Le scene di massa - o presunte tali - dirette da Paolella sono davvero poca cosa, il cast vede inoltre la partecipazione di Gloria Milland, Alan Steel/Sergio Ciani e Sal Borghese. 2,5/10.
L'imperatore romano Commodo è un sadico sfrenato; per destituirlo con la forza il senato fa intervenire il nerboruto gladiatore Ursus.
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