Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Tra fine '800 ed inizio '900, in California, Steve Judd, un anziano pistolero ottiene l'incarico di recarsi in un accampamento di minatori e prelevare il minerale estratto, al fine di trasportarlo nella banca di una cittadina, raggiungibile con qualche giorno di marcia. Per portare a termine il lavoro, ottiene la collaborazione di Gil, un vecchio amico, e di Heck, suo giovane compagno di viaggio, i quali si uniscono a Steve con lo scopo di impossessarsi del carico d'oro. La vicenda dei tre s'intreccia con quella di Elsa, una ragazza intenzionata ad affrancarsi da un padre dalla mentalita' chiusa, per sposarsi con uno dei minatori residente nell'accampamento, il quale, pero', non e' l'uomo che crede. Un film pessimista, nel quale e' ben leggibile il pensiero di Sam Peckinpah. Il west tratteggiato dal regista e' un mondo molto diverso da quello dei tempi della conquista. E' una terra costellata di fattorie, cittadine, insediamenti produttivi; i paesotti sono curati ed eleganti, l'ordine e' gestito dalla polizia e le prime autovetture si affiancano ai cavalli. Le attivita' economiche non sono piu' cosa per pionieri, si va verso la razionalizzazione ed organizzazione imprenditoriale del lavoro. In questo contesto sociale, gli "eroi" degli anni passati - persone che hanno servito la legge con le armi in pugno, rischiando la vita quotidianamente - sono ridotti a fare i saltimbanchi, gli avventurieri senza prospettive, o doversi accontentare di qualsiasi lavoro. Steve rientra in quest'ultima categoria; si presenta dimesso, malvestito, ormai sconosciuto ai piu'. L'amico Gil, che lo accompagna progettando di impossessarsi dell'oro, e' nelle medesime condizioni. Egli, pero', e' intenzionato a prendersi una rivincita sulla societa' commettendo un'azione ingiusta. Steve, benche' bisognoso, non cede alle lusinghe del compagno e gli si oppone imprigionandolo. Entrambi, insieme al giovane Heck Longtree, nonostante le divergenze, uniscono le forze nello scontro finale contro il nemico che si materializza nelle persone di Billy Hammond ed i suoi fratelli, i minatori inferociti per la sottrazione di Elsa, sposa delusa e maltrattata. Benche' ferini negli atteggiamenti, questi avversari dimostrano coraggio e lealta', cercando uno scontro in campo aperto. Gli Hammond e Steve rimangono sul terreno; non c'e' spazio per loro - un anziano pistolero dai vestiti laceri e cinque minatori abbrutiti dall'isolamento e dalle fatiche, nel nuovo mondo. Il futuro e' di chi sa guardare avanti. Di Elsa, che rifiuta l'oppressione del padre e si oppone alla violenza - segno di valutazione della donna come un oggetto - degli Hammond; di Heck, che sa destreggiarsi in mille attivita' e vagheggia di citta' ricche e lontane. Questi pensieri sono riflessi da una buona caratterizzazione dei personaggi. Tutti sono approfonditi, ricchi di contrasti interiori, imprevedibili, ben interpretati dagli attori, tra i quali ho apprezzato in particolare Ron Starr (Heck) e Joel McCrea (Steve). Il regista sceglie le sue ambientazioni non concentrandosi sui paesaggi. Li mostra, legandoli a musiche evocative, ma non indugia su essi. Dedica invece molto spazio all'ambiente sordido del campo dei minatori. Magistrale la sequenza del matrimonio nel saloon/bordello, celebrato da un officiante ubriaco coadiuvato dalla tenutaria. Altrettanto ben riuscita e' l'epica sequenza dello scontro finale, dall'esito prevedibile. Il ritmo del film e' serrato. La prima parte ha toni da commedia. Quando si accentua la conflittualita', il dramma prende il sopravvento, ed il regista mostra la determinazione e la ferocia dei personaggi. Un western crepuscolare, racconta con estrema incisivita' una storia di "perdenti", di persone che si trovano prive di ruolo e significato in un mondo ormai cambiato e pertanto destinate a scomparire.
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