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Sfida nell'Alta Sierra

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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La recensione su Sfida nell'Alta Sierra

di alan smithee
8 stelle

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Sam Peckinpah si concentra su un genere ormai ritenuto tramontato, ne rielabora l’azione esaltandola e conferendo ai suoi personaggi, sia positivi che negativi, un lirismo e una profondità psicologica che forse fino a quel momento il genere western non aveva mai avuto, correndo spesso il rischio di essere popolato da personaggi monodimensionali e quasi caricaturali.

Il suo cinema, che sarebbe molto riduttivo confinare al solo genere western, finisce per essere l'anticipatore o l'ispirazione di quella corrente cinematografica variegata ed ispirata conosciuta oggi come la New Hollywood, culla di tutta una generazione di registi fondamentali nel panorama americano anni '70. Tendenza cinefila vasta e colma di presenze cult che è stata tra l'altro per ben due anni consecutivi oggetto di retrospettiva piuttosto esaustiva e completa presso le ultime due edizioni del Torino Film Festival.

Dopo La morte cavalca Rio Bravo, Peckinpah dirige appunto SFIDA NELL’ALTA SIERRA, western malinconico e crepuscolare che vede al centro dell’azione due vecchi cowboys al tramonto e senza un dollaro, impegnati a dar prova di sé assicurando con la loro presenza il buon fine di una compravendita di oro da parte di un banchiere, presso una cava mineraria in via di esaurimento.

Randolph Scott e Joel McCrea sono perfetti nel ruolo nostalgico degli eroi ora decaduti nella miseria più nera, testimoni acciaccati di un passato glorioso che ormai è solo un ricordo lontano.

La missione vedrà coinvolto altresì un giovane e focoso cowboy in cerca di consorte, ed una ragazza fuggita di casa dal padre troppo oppressivo, alla ricerca di uno spasimante, che tuttavia la costringe ad un matrimonio di cui potrà solo pentirsi.

Ecco che le vicende personali che uniscono i vari individui finiscono per complicare l’avventura, mettendo in forse certe amicizie e  fedeltà ritenute per scontate, salvo poi ritrovare la lealtà ritenuta perduta in un finale concitato tutto sparatorie e colpi di scena.

Ride the High Country è un ottimo western che alterna azione e sparatorie ad uno sviluppo dei rapporti umani tra i vari personaggi, occasione che permette a Peckimpah di sviscerare alla perfezione e descrivere efficacemente il clima di diffidenza e di testarda determinazione che anima i protagonisti, permettendo ai due vecchi protagonisti di riscattarsi con una nobiltà d’animo ed un altruismo che parevano decisamente ben lontani dai relativi caratteri e comportamenti.

Perfetti Randolph Scott e Joel McCrea, veri cowboy (e dunque anche attori) al tramonto, che riescono meglio di chiunque altro a emozionare dando credibilità e dignità nel disegnare due personaggi ormai in ritardo con i tempi e dunque in persistente affanno con la nuova aria di cambiamento che li vede come fantasmi fuori luogo di un tempo ormai inesorabilmente tramontato.

Tra gli attori coinvolti, comincia ad intravedersi, in un ruolo di contorno, un interprete affezionato di zio Sam, ovvero Warren Oates, in uno dei suoi ricorrenti ruoli da canaglia e cane randagio.

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