Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Un ex sceriffo, che una banca ha incaricato di trasportare a valle l’oro dei minatori, prende con sé il suo vecchio vice e un ragazzotto sbruffoncello che sembra interessato solo alle donne. Uno dei primi western per cui è ben appropriato l’aggettivo “crepuscolare”: è ormai finita l’epoca eroica della frontiera (all’inizio il vice è ridotto a fare il pagliaccio nei baracconi, e nelle vie del paese si intravede un’automobile), ed è in questo contesto che due anziani gregari si riuniscono per un’ultima avventura, si dividono a causa dello sviamento di uno di loro (“Ti sei distratto per un attimo”), ma al momento decisivo si ritrovano dalla stessa parte, quella giusta. E alla fine, come nei drammi shakespeariani, si ritirano dalla scena per lasciare il posto ai giovani: una coppia che dapprima sembra male assortita e stenta a formarsi, ma che poi matura insieme (giustamente apprezzata la grottesca scena del matrimonio, quando lei si rende conto di essersi legata a un bruto e lui capisce di amarla davvero). Pur nelle forme un po’ ingessate della Hollywood dei primi anni ’60, Peckinpah anticipa alcuni elementi della sua cifra stilistica: il duello conclusivo, con McCrea e Scott che escono in campo aperto per andare incontro ai loro avversari, non può non far pensare a Il mucchio selvaggio.
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