Regia di Jules Dassin vedi scheda film
Eccellente cortometraggio che porta sullo schermo un racconto breve di Edgar Allan Poe. Piuttosto fedele al soggetto di riferimento e molto ben interpretato e girato.
Un tessitore trentenne (Joseph Schildkraut), da sedici anni al servizio di un anziano (Romano Bohnen) con il quale condivide l'alloggio, viene ripetutamente insultato e maltrattato. Il giovane, ossessionato anche dall'occhio deforme dell'opprimente coinquilino, una notte entra nella sua stanza da letto cogliendolo nel sonno, sino arrivare ad ucciderlo e nasconderne poi il cadavere sotto al pavimento. Al mattino due poliziotti si presentano alla porta, chiamati da un testimone che ha udito le urla della vittima.
"Their law is written in their hearts, their conscience also bearing witness. Romans, II, 15"
(Didascalia iniziale)
The tell-tale heart: Romano Bohnen
Generalmente i cortometraggi prodotti dalle grandi major (in genere due bobine da 10 minuti ciascuna) più diffusi e riproposti, a livello televisivo, sono sempre stati quelli comici (Stanlio e Ollio, Harold Lloyd, Hal Roach's rascals, solo per citare i più celebri), mentre piccole perle drammatiche o horror, tipo questa fedele riproposizione di un famoso racconto di Edgar Allan Poe, sono state del tutto dimenticate. Per fortuna internet è diventato un contenitore nel quale c'è spazio anche per opere fondamentali e assolutamente di qualità, proprio come questo The tell-tale heart, gioiellino imperdibile per ogni estimatore di Edgar Allan Poe.
Oltre al ruolo di fornire agli esercenti cinematografici foraggi economici o addirittura gratuiti con cui completare le programmazioni cinematografiche, i cortometraggi hanno anche assunto per gli studios (in questa circostanza la MGM) una funzione simile a quella di un laboratorio sperimentale. Erano cioè un valido sistema per testare qualità artistiche (regia, interpretazione ma anche sceneggiatura) su cui puntare per la realizzazione di imponenti lungometraggi. Nello specifico, proprio Jules Dassin sarebbe presto diventato uno dei più importanti cineasti del secondo dopoguerra.
Inoltre il tempo limitato a soli una ventina di minuti, in qualche maniera spronava le maestranze a utilizzare nel miglior modo possibile quanto messo a disposizione dalla piccola produzione.
The tell-tale heart: Joseph Schildkraut
Qui abbiamo due attori di razza ma in particolare la scena è tutta per Joseph Schildkraut, costretto a rendere sullo schermo sfumature psicologiche del tutto credibili dato il contesto, nell'ordine: rabbia, odio, follia, ferocia, rimorso e terrore. Rispetto al racconto originale il film si prende la libertà di motivare - con un sintetico ma preciso incipit - la causa che spinge al delitto il protagonista, rendendolo in un primo momento simpatico al pubblico. Il resto è un piccolo saggio di bravura, anche tecnica: dove alle inquadrature di taglio espressionista e all'uso particolareggiato della macchina da presa (con ripetuti primi piani sul volto dell'assassino, campo lungo durante l'omicidio e grandangoli ad effetto visuale distorta) fa seguito un accorgimento sonoro del tutto fondamentale al racconto. Così anche un rubinetto gocciolante o il pendolo di un enorme orologio a parete, con il loro effetto acustico contribuiscono a rendere conto dell'ossessione (focalizzata sul battito cardiaco) che attanaglia l'omicida, vittima a sua volta di un senso di colpa che lo rende infine tragico perdente (anche) nei confronti della giustizia.
The tell-tale heart: scena
"Proprio l’imperiosità del comando 'non uccidere' ci assicura che discendiamo da una serie lunghissima di generazioni di assassini i quali avevano nel sangue, come forse ancora abbiamo noi stessi, il piacere di uccidere."
(Sigmund Freud)
The tell-tale heart (Jules Dassin, 1941) - V.O.
F.P. 27/07/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 19'45")
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