Regia di John Ford vedi scheda film
"Mi chiamo John Ford. Faccio Western".
Notevole film western in bianco e nero diretto dal mitico cineasta "idealista" che nobilitò significatamente l'intramontabile genere cinematografico.
Fu girato in parte nello splendida riserva naturale della Monument Valley, teatro del più classico degli scenari, e in parte utilizzando delle dettagliate ricostruzioni di intere cittadine. Ciò che spicca maggiormente nel film di Ford è la fotografia, che consisteva nell'elaborare una speciale tecnica facendo uso di un contrasto netto del chiaro-scuro fra le parti in ombra e quelle illuminate. Il risultato è pressoché fantastico. Donando alla pellicola, oserei affermare anche alla Settima Arte, magnifici quadri di esterni surrealisti del vecchio West, e al cuore degli "amanti" emozioni senza tempo. "Sfida infernale" è probabilmente, tra le tante, la più suggestiva versione delle gesta di Wyatt Earp.. Basato su fatti realmente accaduti, John Ford dirige con riconosciuta fermezza e senza inutili "fronzoli" un western classico ma allo stesso tempo evoluto. Affidando il ruolo del protagonista all'esperto Henry Fonda. Il famoso attore entra in scena già dalle prime suggestive immagini nei panni dello storico ex sceriffo e mandriano di bestiame. Quando Earp per rinfreschi torna dalla cittadina di Tombstone con i fratelli Morgan e Virgil (Ward Bond-Tim Holt). Sbarbato e fiero di aver preso a calci un pericoloso indiano molesto e ubriaco. Nota immediatamente con sconforto che il bestiame è stato rubato e il giovane fratello James (Don Gardner) assassinato. Così ritorna alla cittadina per accettare il posto di sceriffo precedentemente rifiutato, ma soprattutto per vendicare il fratello e far giustizia.. A complicare le cose c'è però il ritorno di chi comanda in città.. Cioè del temuto Doc Holliday (Victor Mature), che in un primo momento non si trova in accordo con Wyatt per riportare la legge in quelle sperdute lande.. Ma a scuotere i sensi del prode mandriano sarà l'arrivo di un grazioso scricciolo di nome Clementine (Cathy Downs), la presunta ragazza di Doc che cerca in ogni modo di far breccia nel cuore dell'ex chirurgo. Un guitto attore di teatro porterà alla mente ai due diversi tutori della legge, i poetici versi dell'iconico drammaturgo W. Shakespeare. "Essere o non essere".. Tornare o rimanere.. Wyatt non sa cosa decidere e il consiglio di un barista non può certo aiutarlo.. Ma bisogna ancora fare i conti con i ladri e gli assassini prima di perdersi in inutili riflessioni. Il leggendario duello romanzato svoltosi nel 1881 contro la famiglia Clanton sta sospeso fra realtà e leggenda; così poco patinato ed emozionante non regala allo spettatore alcuna spettacolarità gratuita. La conclusione aperta però ristabilisce raffinatezza ad un'opera poetica e immaginaria che è, a tutti gli effetti, la linfa vitale del genere.
7/10
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