Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Un film splendido.
Rosi mostra già, in questa che è una delle sue prime opere (e fatta quando iniziava il boom economico che permetteva pochissima critica: di questo merito gli va dato atto) il talento assoluto che secondo me, e non solo, ha: magari la stragrande maggioranza dei registi americani che hanno trattato la malavita avessero avuto la sua pulizia tecnica, la sua chiarezza nell'andare al sodo di problemi enormi, la sua capacità nell'incardinare tutto ciò all'interno di una trama avvincente!
Il regista (appena deceduto, ma si fa in modo di non nominarlo mai troppo, purtroppo! e non è certo un caso), dirige alla perfezione un cast eccellente, anche perchè la sceneggiatura è perfetta (la vicenda amorosa è gestita con trasporto, in modo encomiabile), così come le scenografie, la fotografia e il montaggio.
Il messaggio passa perfettamente: nel sud di quasi 60 anni fa, come quello di prima e quello di oggi, ogni centesimo passa solo dove lo decide il più violento fra i delinquenti. Se non si obbedisce al più disumano dei camorristi, si resta poveri oppure si va incontro alla morte
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