Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film
Jimmy Conlon (Neeson) e Shawn McGuire (Harris) sono due amici irlandesi di vecchia data legati da una fitta rete di morti ammazzati. I rispettivi figli hanno preso strade diametralmente opposte e vivono in maniera diversissima il legame con la figura paterna. È su questo terreno narrativo che poggia la terza prova della coppia Collet-Serra/Neeson dopo i riusciti Unknown e No-stop. In questa occasione il figlio di un boss locale tanto stupido quanto ambizioso (Holbrook) la combina grossa. Quando sta per eliminare il figlio di Jimmy (Kinnaman), viene freddato da quest'ultimo. È a quel punto che il boss annuncia vendetta, tremenda vendetta, inviando i suoi sicari, più un killer professionista (Common), alla ricerca dell'amico di un tempo e di suo figlio. Nel frattempo, un ispettore di Polizia (D'Onofrio) che cerca Jimmy per costringerlo a confessare i suoi passati omicidi, rende ancora più risicate le probabilità di sopravvivenza dell'uomo nelle poche ore che gli rimangono durante la caccia. Rispetto ai due thriller precedenti, stavolta l'aspetto muscolare e fracassone prevalgono nettamente su una trama prevedibile e telefonata fin dalla prima inquadratura e ad altissimo tasso di improbabilità, ennesima fotocopia composta con gli stessi stereotipi - incarnati da Liam Neeson - dell'antieroe solitario e alcolizzato con molti scheletri nell'armadio e un profilo che lo candida definitivamente a prendere il posto che negli anni '70 e '80 fu di Charles Bronson. Nonostante il copione pressoché identico a mille altri, l'azione è comunque garantita, alcune trovate visive come quella dell'evacuazione del palazzo abitato da drop-outs sono indubbiamente indovinate e la regia, pur adeguandosi integralmente agli stilemi del genere, mostra carattere e grande professionalità.
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