Regia di Pupi Avati vedi scheda film
I genitori di Brando, 11 anni, litigano di continuo; il padre è egocentrico e molto presto si fa un'amante, mentre la madre reagisce cadendo in depressione e tentando il suicidio. Le rispettive famiglie sono a pezzi e nessuno vuole o può occuparsi del bambino, che finisce così in una casa famiglia.
Pupi Avati ritorna alla televisione: a quasi un quarto di secolo da E' proibito ballare (1989), il regista bolognese lavora di nuovo per la Rai con questo Il bambino cattivo. E mette anche la sua firma in sceneggiatura, come d'abitudine con il fratello Antonio e, in questo caso, con un terzo autore, Claudio Piersanti; pur non trattandosi di una storia gratuitamente strappalacrime, drammatizzata all'eccesso come spesso accade per i prodotti destinati al piccolo schermo, Il bambino cattivo comunque traballa parecchio dal punto di vista della trama e, più in generale, dei contenuti. Formalmente il film è in effetti compiuto, non eccezionale ma ben confezionato; la narrazione è però orientata al pubblico televisivo (piatta, lineare) e anche la costruzione dei personaggi pare volutamente semplice, un po' spigolosa. Buono il cast, con Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Pino Quartullo, Erika Blanc e, in particine, anche Bob Messini e Chiara Sani; il piccolo protagonista è interpretato da Leonardo Della Bianca, già visto in alcuni precedenti film tv e con un piccolo ruolo anche in Habemus papam (Nanni Moretti, 2011). Avati sa il fatto suo e questo è indubbio: nelle sue mani anche un prodotto più grezzo risulterebbe sufficientemente digeribile; però è altrettanto certo che questo lavoro, al di là del messaggio in difesa dell'infanzia maltrattata, non lascia granchè. 4/10.
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