Regia di Compton Bennett vedi scheda film
E' un complesso e affascinante melodramma, scarno ed essenziale, tutto concentrato sul suo tema centrale, cioè il combattuto rapporto la protagonista e il suo tutore. La psicanalisi come compare nel film è intelligente e non fanatica, presentata solo nei suoi aspetti sensati e utili alla comprensione della psiche umana, mentre ne vengono tralasciati gli eccessi cervellotici. Secondo me la pellicola riflette su un aspetto non secondario della psicologia femminile, cioè che spesso la donna è attratta dalle personalità maschili dominatrici e forse anche prevaricatrici. La donna trova un simile uomo naturalmente insopportabile, ma finisce per venirne attratta, consciamente o no. Il personaggio del tutore è in fondo un uomo non cattivo, ma solo scorbutico e prepotente, e quindi la protagonista non cade in questo caso nelle braccia di un malvagio. Forse la sceneggiatura doveva chiarire un po' meglio la presa di coscienza finale, e risolvere un po' meglio certi terribili (secondo me) torti che lui le infligge, come quando la divide a forza dall'uomo di cui è innamorata, che è una vera violenza psicologica e sentimentale. Per il resto è un intenso e riuscito film, con una brava Ann Todd, un ottimo James Mason (era proprio tagliato per questo tipo di personaggio), e un compassato Herbert Lom, ancora lontanissimo dai film della Pantera Rosa. Non ricordo di averlo mai visto in tv (è quel genere di film che hanno paura che nessuno guardi).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta