Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
'La settima croce' di Fred Zinnemann risente del clima propagandistico che anche negli Studios si respirava all'epoca: difatti, l'uso della voce fuoricampo, se da un lato, anticipa di sei anni 'Viale del tramonto' per il fatto di essere anch'essa quella di un morto - uno dei fuggiaschi dal campo di concentramento, catturato, ucciso e attaccato come monito in una delle sette croci del campo - dall'altro, oltre ad accompagnare la narrazione, a volte eccede nel sottolineare, nell'arco della stessa, la necessità di avere fiducia nel genere umano e il trionfo del bene sul male. Intendiamoci, tutti sentimenti condivisibili, specie per il periodo tragico in cui si era, ma a livello filmico questo toglie compattezza e forza e spezza troppe volte il ritmo alle immagini.
Il film è anche interessante nel mostrare, attraverso i vari personaggi, il diverso approccio del popolo tedesco nei confronti del regime hitleriano: chi si ribella, chi lo appoggia e chi, per non rimanere immischiato, non prende posizione.
Un elemento di forza della pellicola consiste nella solida regia di Zinnemann che crea una tensione sempre costante, disegna alcune sequenze memorabili - la fuga iniziale nella nebbia, e la tragica fine del fuggiasco acrobata sui tetti che, vistosi senza scampo, si getta nel vuoto - e dirige ottimamente un cast notevole.
Nei panni dell'unico fuggitivo che si salva, Spencer Tracy costruisce un altro dei suoi grandi personaggi, che ricorda vagamente quello del perseguitato di 'Furia' di Fritz Lang, mentre la coppia che lo ospita nel suo peregrinare in cerca d'aiuto, è interpretata da Hume Cronyn (candidato all'Oscar come non protagonista) e Jessica Tandy, bella coppia tanto sullo schermo quanto nella vita reale. In un cameo appare Agnes Moorehead, alla quale bastavano pochi minuti per essere memorabile.
Voto: 7.
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