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Rivoluzione Zanj

Regia di Tariq Teguia vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rivoluzione Zanj

di mck
8 stelle

* * * ¾

 

Teste fasciate sulla galea,
le sciabole si giocano la Luna.
La mia è rimasta dov'era
per non stuzzicare la fortuna.

 

( Amor Fou - '' la Primavera Araba ", da " 100 Giorni da Oggi " - 2012 )


1. Collezionismo Etnologico.

 

« Hai sentito parlare d’una terribile malattia chiamata vaiolo ? 50 anni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità lanciò una grande campagna per eliminarlo. Lo fecero scomparire dalla Terra. Ma il virus del vaiolo muta e noi dobbiamo aggiornare i nostri vaccini. Così l’OMS [WHO] ebbe cura di non eliminare del tutto la malattia. Ha permesso che il vaiolo attecchisse in un remoto angolo del terzo mondo, per tenere d’occhio l’evolversi della malattia. Qui a Beirut si sta facendo lo stesso : si studia il virus della guerra ».


James G. Ballard – “ War Fever ” – 1990

 


Qui e Altrove : Samarra, Baghdad, Bassora, Beirut... Piuttosto che Voi, ovvero :
se Parigi avesse i crateri da mortaio sarebbe una piccola Beirut.

 


Tre storie, quattro personaggi principali, tre ( elevato al quadrato ) provenienze, tre ( elevato al cubo ) percorsi, tre cammini s'intrecciano in quest'opera teorica ( Film of Sketches ) del tutto lineare ( Not Necessarily Chronological ) e, a suo modo, per l'appunto, kerouachiana.

 


--§-§--  Un misto di arabo, greco, francese, italiano : “ Bravo ! ”.


Ibn Battuta -[ nomen omen : XIV° secolo, il Marco Polo del mondo islamico, che viaggiò per l'Africa Sub-Sahariana e per la costa orientale giù sino a Zanzibar, poi dal Caucaso alla Penisola Arabica per tutto il Medio Oriente, e ancora dall'India all'Indonesia su fino al cuore della Cina, incontrando durante le sue esplorazioni anche gli Zanj, protagonisti per un lungo tratto del loro esistere sulla Terra di una delle tante pieghe e ferite nel tessuto spazio-temporale della Storia ( invasione, occupazione, deportazione, emigrazione ) e della Geografia ( che è Destino in Partenza ) che si è cicatrizzata senza lasciare traccia o imago di piaga alcuna o quasi ( affiorano monete dalle fertili pianure di Bassora ), il cui sangue versato è stato subito assorbito dal terreno e si è seccato al sole disperdendosi al vento ]-, un trentenne giornalista algerino ( Fethi Ghares ), sta lavorando ad un servizio s'un gruppo di berberi mozabiti ribelli resistenti rivoltosi verso il governo di regime di Abdelaziz Bouteflika lungo un fronte di conflitto interno nel sud del suo paese, nello uadi M'zab, nel nord del Sahara, quando viene a conoscenza - da parte di questa fazione in lotta per un pezzo di pane, per un mattone a fare d'architrave, per un sorso d'acqua, per le parole del loro nome - di un'antica storia che travasa nella leggenda e la alimenta, senza per questo esserne sminuita, riguardante la rivolta degli Zanj ( 869-883 d.C. ), popolazione swahili-etiope, contro parte del califfato abbaside 


[ semplificando al massimo : le dinastie califfali degli abbasidi (750-1258), a sud, si spartirono, con l'Impero Bizantino ( ex Impero Romano d'Oriente, 476-1453 ), a nord, il giringiro del Mediterraneo, dopo la Caduta dell'Impero Romano d'Occidente, prima dell'avvento dell'Impero Ottomano (1299-1922) ]


che in quel tempo e luogo, il sud dell'attuale Iraq, tra le vaste feconde pasture delle immense ubertose paludi dove sorge l'attuale Bassora e Tigri ed Eufrate si scambiano più volte tra loro confluenti e canali autoalimentandosi per sfociare poi a delta nel Golfo Persico, la rese schiava. 

 

L'attore-personaggio, l'autore-regista, la stessa compatta Fuji da 9 megapixel.

Tariq Teguia

Rivoluzione Zanj (2013): Tariq Teguia


E inizia così una propria personale Caccia allo Snark.
E questo carrolliano corollario è un (con)tributo, nella forma e nella sostanza, all'enciclopedia randomica godardiana : e Jean-Luc Godard ( e Anne-Marie Miéville ) non è certo rinchiuso in quell'omaggio itinerante dell'installazione pseudo-artistica ( così come Kerouac in quella pollock-performance bicolore di gesso su lavagna, alla Dogville verticale : una mappa-riduzione ed un film-biggerthanlife...), Godard è dietro ad ogni frame : appesantisce un po' il tutto, questa presenza, e al contempo lo solleva... Ma si percepisce, in questa palingenesi ( biologica, geologica, storiografica ) panarabica, in questa diaspora d'identità che ritrova sé stessa nel cinema, anche l'arte di Koji Wakamatsu ( United Red Army ) e Amos Gitai ( Ana Arabia ), e in minor parte Aleksander Sokurov ( We Need Happiness ), Patricio Guzman ( Nostalgia della Luce ), Manoel de Oliveira ( um Filme Falado ), Yusuf Shahin, Werner Herzog...

 


--§-§--  Un taxi per Shatila.


Nahla, una giovane donna di Salonicco ( Diana Sabri ), figlia di esuli palestinesi rifugiatisi prima in Libano e poi in Grecia ( “ Ramallah, Gaza, Gerusalemme : mi sono vietate ” ), parte col frutto di una colletta solidale in tasca da consegnare al sangue del proprio sangue alla volta di Beirut, dove i suoi genitori combatterono sulle macerie della guerra civile ( “ Insegnare urbanistica, che ironia per un palestinese ” ), tra Pasdaran e Hezbollah, contro l'invasione israeliana, e lì vi lasciarono parenti, compagni, amici, combattenti, rimasti. “ In memoria dei nostri fallimenti ”.

 


Lui le dice in francese : “Anarchie”.
“Anarchia”, ripete lei, nella sua lingua – e sia l'italiano o il francese, e sia il greco o l'arabo, e sia quel che sia –, lasciandosi sistemare con un gesto di noncurante necessaria intimità una ciocca di capelli dietro all'orecchio, ed entrambi proseguono leggendo assieme – incontratisi per caso durante le loro peregrinazioni laiche, i loro viaggi di lavoro e dovere, il loro vagabondare con una meta precisa in mente, quella di dare ai propri passi già percorsi un orizzonte cui tendere l'occhio in ampia prospettiva e riconoscersi, ed erigere un'impalcatura di futuro, insieme rimanendo per una porzione del loro percorso di scoperta –, in un controcanto armonico che si rigenera, brani di René Scherer tratti dalle pagine fresche da poco pubblicate (2008), allora, mentre il film veniva pensato, scritto e girato, di “Pour un Nouvel Anarchisme"; e lui la guarda illuminata dal sole accarezzare le coste dei libri poggiati sugli scaffali accanto alla finestra : Antonio Gramsci, Walt Whitman, Giacomo Leopardi, Friedrich Nietzsche, Herman Melville, Michel Butor, Saadi Yousef..., e molti di questi autori verranno letti e declamati lungo lo scorrere del film ( a volte antinomicamente, come Whitman in bocca ai levantini speculatori opportunisti con capitale schroedingheriano : che c'è, financo arabo, ma non arriva ); e lei gli restituisce lo sguardo di rimando osservandolo attraverso l'obbiettivo inquadrarla. Non servono né copertine né passi scelti invece per riscontrare sull'intero film l'impronta di Frantz Fanon ( e perché no, Albert Camus, e quel trapianto di vita che opera Gianni Amelio ne ''il Primo Uomo" : " Chi sono i poveri, mamma ? " - " Siamo noi, figliolo " - " Ah! Allora va tutto bene " ). La ''teoria'' di questo film è ancorata più che mai al Reale. 


“ Moby Dick ? " - gli chiede lei, solcando coi polpastrelli il nome stampato s'uno dei volumi - " Dov'è il tuo Leviatano ? ”.
Laggiù da qualche parte, dove il paese si restringe stretto tra i propri confini e quelli degli altri spesso invasi o furiosamente espansi in tentativi di predominio, gettandosi in mare.
“ Parti. Fai come gli altri. Parti ”.

 


--§-§--  Appuntamento a Samarra.


Una coppia di affaristi-faccendieri-investitori-intrallazzatori-speculatori statunitensi, volutamente macchiettistica
[ climax : la Grande Rapina sul Cornicione : un momento depalmiano, una valigia pieni di soldi, e un volo diretto in linea retta ovest-est Beirut-Baghdad, 800 e passa km sopra ai cieli di Siria e Iraq, anche se sembra di essere entrati in orbita attorno a qualche satellite galileiano di Giove : Ganimede e Callisto, ma soprattutto Europa : " Tutti questi mondi sono vostri, tranne Europa...", faceva dire A. C. Clarke agli ''déi'' alieni nel seguito dell'Odissea Spaziale : un'Oasi ( contro-ballardiana : la War Fever s'è consunta da sé, uccidendo l'ospite ) libera dall'intervento umano...dove innestare una gemma di Umanità...aliena. Parafrasando, allora : tranne Beirut -( nell'apologo a-morale, ucro-distopico, real-poltico dell'autore di ''la Mostra delle Atrocità" la capitale libanese è sotto il controllo di un occidente forte e padrone che si estende su tutto il globo : di fatto, oggi, qui da noi nel mondo della fantasia, in Libano c'è l'UNIFIL, pseudopodo utile ma non certo testimone di un equilibrato potere ''occidentale'' nei confronti del Resto del Mondo )-, tranne Gaza, tranne Kobane, tranne Yarmouk ! Per un'umanità fatta, costruita, realizzata incredibilmente da esseri umani ] 

 


--- in un Mondo in cui è il Reale stesso ad essere diventato Macchietta portante-chiave di volta-pietra angolare della stessa Realtà : e la loro ''avventura'' capitalistica di sur-colonizzazione non è tanto diversa dalla patetica e meschina fuga del ''santo martire'' (G.Gaber) Felice Riva di ValleSusa - lo ''stambecco ferito'' (A.Venditti), già gran figlio di, poi cotoniere, presidente del Milan e bancarottiere ( succedendo ad Andrea Rizzoli, figlio di Angelo e padre di altri due figli di e bancarottieri, Angelone e Alberto), e in ultimo fuggiasco ritornante, che ''parte per Beirut / e ha in tasca un miliardo'' (Rino Gaetano) - e dall'ancor più penoso e miserevole rientro in patria riparando infine a Forte dei Marmi dove si stabilirà in dorata pensione e perenne villeggiatura sfruttando l'occasione datagli da condoni e amnistie ---
e interpretata da un dimesso John W. Peake e da un grande ( folle fondamentalista cristiano, metà contractor metà colletto bianco ) Sean Gullette [ già con Darren Aronofsky ( "Pi Greco" e "Requiem for a Dream" ) e Brad Anderson ( "Happy Accidents" ) ],
decide di voler colmare l'assenza di divertimento che gravità da un po' di tempo sul suolo iraqeno
– è un film in cui tutti vogliono ridisegnare le mappe, tocca solo decidere da che parte stare –
e per fare questo, facendosi proteggere da contractors che calpestano loro l'ombra misurando a passo d'oca il deserto da orizzonte a orizzonte, si vestono oltre che Armani con l'alibi – iniezioni di politica per zittire quel reflusso gastrico di coscienza – del Patriot Act, piegando i propri scopi per combaciare all'ideale di modello occidentale condiviso automaticamente dal popolo occidentale : Commercio/Pubblicità, illusione, manipolazione dei desideri, soddisfazione per procura : “ Cos'altro e meglio potrebbe aiutare ad arginare il sentimento anti-americano ? “

 


Disneyland, Iraq. Eretto col sostegno di Chevron, Coca Cola & FaceBook.
Gli stati paria ( rispetto all'islam radicale ), come Siria o Iran, devono sparire, per il bene degli affari yankie in Iraq, e l'Iraq deve continuare a dividersi e unificarsi, come con le fusioni-acquisizioni-liquidazioni-incorporazioni finanziarie.
Il fondamentalismo del Mercato ( ''globale'', parziale ) alleato col fondamentalismo cristiano-destrorso per combattere la non-allenza e il non-allineamento del fondamentalismo islamico. Paghi in dollari o yen, basta che paghi.

 

( Fabrizio De André - " Sinàn Capudàn Pascià ", da " Crêuza de Mä " - 1984 )  

 

2. Idolatrina Mediterraneo :  

 

tra gl'imperi bizantino e abbaside, dal IX° secolo al XXI°, da McDonnell Douglas a McDonald's, e quelli UE, ONU, NATO :
le piste carovaniere, le strade del ritorno, i punti di convergenza, le frontiere ammalate : Aggrapparsi alle Rovine per Erigere la propria Storia :

grumi di sangue, orecchie e denti da latte :
dal fronte Polisario del Sahara Occidentale, passando per il confine'' Iran-Iraq / Sciita-Sunnita, la Penisola Araba e il Corno d'Africa, alla caldera Indonesiana : dall'Atlantico per l'Indiano al Pacifico.

 


Uno spettro si aggira dall'Equatore a Greenwich, in un territorio ballardiano di perplessità armata : i nostri fantasmi sono i vostri.

 


Qui e Altrove, Ora e Sempre :
Flipper Mediterraneo, Cortile dell'Eden :
mentre Omar al-Mukhtar e Hailé Selassié combattevano le loro battaglie sulle loro terre e sponde { e intanto oggi si discute dell'orrore di Triton-Frontex se confrontato con l'utilità ipocrita di Mare Nostrum, si discute di blocchi navali davanti alle coste libiche e nord-africane in genere, si discute di invadere la Libia [ di nuovo : dopo il periodo coloniale italiano ( e francese : Algeria. Etc...Etc...), e dopo il supporto alle primavere arabe, una toccata e fuga franco-anglo-statunitense ] con campi di accoglienza ( la Libia ha due governi, più tribù che dialetti in Italia, l'IS(IS) che si espande come un cancro in cancrena...), si discute...} :
cavalcando le 30 miglia nautiche orarie di un motore truccato a 1800 giri al minuto - addio alla parentesi sdraiata della caldera tirrenica di Vulcano, Salina, Alicudi, e un ultimo colpo di fionda sfiorando con una curva a gomito Marettimo e Favignana -, col sole del primo pomeriggio, il 28 di Luglio del 1929, Carlo Rosselli, Emilio Lussu, Francesco Fausto Nitti, lo scafista francese e il resto dell'equipaggio della spedizione di salvataggio e liberazione gettano l'ancora del Dream sulla spiaggia di un promontorio tunisino, senza schiassare contro gli scogli, l'eolico confino di Lipari definitivamente alle spalle. Un pensiero a chi prima di loro la fuga tentò venendo risucchiato dalle onde, e a chi su suolo natio rimane a scontare l'esilio patrio, e poi via, verso i migranti immigrati Filippo Turati, Gaetano Salvemini e Albero Cianca ad aspettarli a Parigi. Giustizia e Libertà.
Verrà la guerra, ovvio : c'è chi esporta i propri corpi in fuga, c'è chi esporta fondamentalismi e fascismi. Ma molti di loro non avranno modo di assistervi e parteciparvi.

 


Qual è la Mappa ?
Avere la misura della propria o altrui sconfitta per poter nuovamente ancora sperare.

 

( Fabrizio De André - " Sidún ", da " Crêuza de Mä " - 1984 ) 

 

3. Film Dagherrotipo.   

 

Dividi et Impera, Qui e Altrove, Ora e Sempre :
producono Algeria, Emirati Arabi, Qatar e tanta Europa, benevolente embedded alla realtà, performandone uno spicchio.

 


Un film estremamente lineare, progressivo, quasi percussivo, che si aggira da una sponda all'altra del Mediterraneo con un randomico movimento a spirale, in cui la didascalicità dei dialoghi famigliari ( Ibn e Nahla : “ C'è già una combriccola di politici e giornalisti [ Gramsci : “ L'ambiguo ruolo della piccola borghesia ” ] pronti ad appropriarsi del nostro movimento. Riducono le nostre rivendicazioni a più soldi e più lavoro ” ) si stempera nella furia della verità, e la programmaticità dei dialoghi politico-commerciali ( i due americani : “ Al Qaida [ con l'IS(IS) - che allora ancora non c'era - facente parte della maggioranza sunnita all'interno dell'Islam ] e Hezbollah [ della minoranza sciita ] non possono competere con Wall Mart [ Impero del Male ] ) è sublimata dall'idiozia generale più vera del vero. 

 

 
Film teorico per eccellenza, che promana dalla rivoluzione : personale, parziale, locale : teoria e rivoluzione, più che escludersi a vicenda, collassano l'una nell'altra, e le risultanze sono crepe di futuro, spiragli di probabili possibilità : dove la visionarietà si sfalda, quando la gente preme. 

 

Tariq Teguia registra ( frammenti, ellissi, reperti, parentesi, brandelli, innesti, detriti ) la/e Rivoluzione/i mentre la Memoria viene Cancellata. Fate l'amore e la guerra di classe.

 

Comparto musicale prepotente e sostanzioso di post-rock, kraut-rock, ambient-space-rock, garage-rock, hard-rock, blues-rock, post-rock, proto-punk, folk, etnica, tradizionale, mainstream, sperimentale, elettronica :
Magyar Posse, Ash Ra Tempel, Lena Platonos, Coti K., Psarantonis, Swans, ModeSelektor, Silver Mt. Zion, MC5, GoodSpeed You! Black Emperor, Nico...
Fotografia che non si risparmia in effetti miniatura, semi-rotoscopizzazioni, filtri e viraggi, ma restituisce la realtà come una cartolina speditaci da una persona cara, o come l'immagine latente di uno shock post traumatico.


E i muri bianchi di Algeri, Atene, Beirut, Baghdad come quelli hopperiani di New York : 


Piccola Nota : chissà perchè la frase “un altro VietNam” è stata tradotta con ( rifacendosi in ritardo di qualche battuta alla precedente “Moderna Babilonia”, mentre qui ci si sta rapportando all'invasione Israeliana del Libano ) “la nostra Manhattan”.

Poi il film termina, con un eterno nostos, vorticosamente ciclico ( Syriza, Podemos, M5*, No Global, operai, contadini, studenti, fornai a porre un diaframma semantico e di carne, ossa e sangue contro i reazionari nazionalismi fascisti...), sfociando in un fosco tramonto d'Alba Dorata al mercurocromo, musica montante.
Il film finisce.
E iniziano le Primavere Arabe.
Ma queste sono altre storie. Autunni Caldi. Du Cinéma.

 


4. DiaLogo :

Oggi non è ancora prassi comune collegare l'attuale habitus sociale e quindi anche nazionale di un popolo alla sua ''storia'', come la si definisce, e soprattutto allo sviluppo come Stato. Molti sembrano tacitamente concordare con questa opinione : " Ciò che avvenne nel XII°, XV°, XVII° secolo è passato. Che me ne importa ? ". Ma in realtà i problemi odierni di un gruppo sono co-determinati in modo decisivo dal loro destino precedente, dal loro processo di sviluppo privo di un inizio.


Norbert Elias - " I Tedeschi : lotte di potere ed evoluzione dei costumi nei secoli XIX° e XX° " - il Mulino – 1991

I temi che fanno da sfondo alla storia antica dell'umanità sono utili anche allo studio di molti fenomeni del mondo contemporaneo : faremo un grande regalo alla nostra società se capiremo cosa ha plasmato il mondo moderno, e cosa potrebbe plasmare il futuro. 


Jared Diamond - " Armi, Acciaio e Malattie " ( " Guns, Germs, and Steel. The Fates of Human Societies ", 1997 ) - Einaudi, 1998 ( trad. L.Civalleri )

 


Ed ecco come Nicholas Wade nel suo " A TroubleSome InHeritance - Genes, Race and Human History " del 2014 [ '' una Scomoda Verità - la Storia Umana tra Razze e Genetica " - Codice Edizioni- 2015 - trad. A.Panini ] fa dialogare a distanza di spazio, tempo e argomento tre studiosi contemporanei : 


Poco per volta tutti i popoli non occidentali della Terra hanno deciso di reagire drasticamente contro l'atteggiamento mai soddisfatto e piuttosto molesto degli invadenti europei. In effetti l'ascesa dell'Occidente fino alla sua posizione di dominanza in tutto il pianeta rappresenta la questione principale della storia mondiale moderna.


William McNeill - " A World History " - Oxford University Press - 1967


La storia mondiale - passata, presente e futura - del dinamismo milotare è in ultima analisi un'indagine sull'efficacia delle armi occidentali { non ultima quella rappresentata da McDonald's, Coca Cola, FaceBook, YouTube...che [ almeno alcune di esse, tra cui i kalashnikov ( ma certo che è ''occidentale'' - oggi - l'AK-47 ! ) ], sotto vari aspetti, possono essere ritorte contro di ''noi'' }.


Victor Davis Hanson - " Carnage and Culture : LandMark Battles in the Rise to Western Power " - 2001 [ " Massacri e Cultura : le Battaglie che hanno portato la Civiltà Occidentale a dominare il Mondo " - Mondadori - 2003 ]


Tuttavia una qualsiasi storia delle civiltà nel mondo che minimizzi il grado con cui la loro progressiva subordinazione all'Occidente dopo 1500 anni trascurerebbe un punto essenziale : qualcosa che più di tutte richiede una spiegazione. L'ascesa dell'Occidente è, piuttosto semplicemente, il fenomeno storico preminente della seconda metà del secondo millennio dopo Cristo. Si tratta proprio di qualcosa che sta al cuore della storia moderna. Ed è forse l'enigma più intrigante che gli storici devono risolvere.


Niall Ferguson - " Civilization : the West and the Rest " - 2011 [ " Occidente : ascesa e crisi di una civiltà " - Mondadori - 2012 ]

 

( IoSonoUnCane - " Tanca ", da " Die " - 2015 )

 

E dopo le primavere, 'nta maccaia de stæ, il macerante solleone di un'estate alle porte sulle secche macerie di Yarmouk Camp ( mentre Teguia gira il film, a Damasco esplode la rivolta. Oggi Yarmouk è implosa, assediata, concentrata, collassata ).
Altro ''esperimento'' ballardiano, ma ottuso.
In Vitro. Ma dal Vero. Per Davvero.

 

 

E digli a chi mi chiama rinnegato
che a tutte le ricchezze, all'argento e all'oro
Sinán ha concesso di luccicare al sole
bestemmiando Maometto al posto del Signore.

 

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