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Sette scialli di seta gialla

Regia di Sergio Pastore vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sette scialli di seta gialla

di zombi
3 stelle

più che le sciarpe o gli animali, fu la mancanza di ritmo ad ammazzare l'attenzione dello spettatore

un ricatto scatena una catena di omicidi alquanto complicati e improbabili, in trasferta a copenhagen.

che in un thriller non ci sia un brivido di tensione o paura, è un peccato mortale che ti condanna all'oblio o al ridicolo involontario.

siamo in un atelier di moda e poco per volta le modelle muoiono in circostanze misteriose.

sul luogo del delitto viene rintracciato uno scialle di seta gialla strappato e un cestino di vimini.

le modelle apparentemente muoiono per un collasso cardiaco.

peccato che sulla scena del delitto venga sempre ritrovato uno scialle di seta gialla.

arrivano i primi sospetti.

ad indagare oltre all'ispettore jensen(renato de carmine con i suoi incredibili occhi azzurri) che come al solito non ci fa una gran figura, l'ex fidanzato della prima vittima, l'artista peter oliver (anthony steffen, in un'interpretazione non disprezzabile) insieme alla segretaria (corrigan) della proprietaria dell'atelier(sylva koscina).

se anche gli omicidi vengono effettuati in maniera tremendamente complicata secondo il costume dell'epoca con l'ausilio di animali, sono filmati in modo talmente anonimo che non ti scuotono nemmeno il sopracciglio.

le telefonate sussurrate, l'omicida in pelle nera, il ricatto e il trauma non si amalgamano a dovere e regnando sovrana la noia, purtroppo ci si perde.

le modelle praticamente sono inchiodate sul set in attese di morire, pare di spavento, non prima di aver rigorosamente indossato uno scialle, mai visto prima, ma che sentono di dover indossare.

kim rossi stuart, il fidanzato di koscina, pare indossare un'orrenda parrucca e ridicolmente in una scena di sesso con la modella nuda nel letto, gli si contorce addosso grottescamente avvolto nel lenzuolo dalla vita in giù(com'era uso a quei tempi), mentre koscina, sfila per il set, fumando sigarette, indossando pellicce e non mancando di mostrare le terga(che però era la tassa da pagare).

intanto il povero ispettore jensen non fa che collezionare figure di merda e trovare di continuo il maestro oliver sulle varie scene del delitto, insieme al fido cameriere barton(il mitico umberto raho, ambiguo al punto giusto).

il finale te lo ritrovi tra capo e collo senza capirne un'acca, appena dopo aver assistito ad un omicidio splatter e gore(che quasi ti da fastidio per come erano stati casti quelli precedenti).

insomma la tipica sceneggiatura scritta sull'angolo del tovagliolo, condita con le ovvie nudità femminile, musiche di manuel de sica, cast di lusso in parte sprecato e la curiosità di vedere solo dove si va a parare .

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