Regia di Elisabetta Sgarbi vedi scheda film
Sempre difficile rendere visive le parole. E soprattutto la poesia. Elisabetta Sgarbi ci riesce, in questo delicato lavoro in cui temi vastissimi quali la Memoria e la Resistenza si fanno espressione del singolo individuo e vengono declinati attorno a luoghi - come quelli del Ferrarese e del Polesine, territori d’affezione per eccellenza della regista - che generalmente rimangono a loro estranei. Fatta eccezione per Paisà, La lunga notte del ’43 e pochi altri, il Delta del Po viene erroneamente poco associato ai racconti e ai protagonisti di quegli anni, come possono essere due partigiani amanti traditi da una delatrice, un fuggiasco portato in salvo da due staffette, Micol Finzi-Contini che ripercorre le vie della sua infanzia a Ferrara o un pescatore di Pila illusosi di aver conquistato la donna più bella del villaggio. In tutto, quattro storie, unite dal filo comune dell’occasione perduta, interpretate da un cast all’altezza (Michela Cescon, Sabrina Colle, Rosalinda Celentano, Tony Laudadio, Laura Morante, Ivana Pantaleo, Andrea Renzi, Elena Radonicich) e ispirate ai racconti scritti appositamente da Sergio Claudio Perroni, Fausta Garavini, Giorgio Bassani e Tony Laudadio con l’accompagnamento di Franco Battiato, insostituibile nel mettere in musica anche il silenzio. Ed è così che, più di ogni altro elemento, quella cosa semplice chiamata poesia prende forma.
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