Regia di Dario Acocella vedi scheda film
A Roma, in quel fazzoletto di zona pedonale che sta tra l'Ara Pacis e le inferriate che cingono piazza Augusto Imperatore, potete trovare un artista di strada in esposizione (semi)permanente. Si chiama Fausto Delle Chiaie, oggi ha una settantina d'anni e tutte le mattine parte da Sgurgola per mostrare le sue opere al pubblico. Il suo atelier è un carrello per la spesa nel quale raccoglie le carabattole che poi espone con umiltà e grande ironia in un percorso di arte povera che sta tra il concettuale e il dada. Nato come artista "infrazionista" (negli anni '80 Delle Chiaie improvvisava piazzamenti delle sue opere all'interno di gallerie e musei), il nostro propone un concetto di street art che lascia gli avventori accidentali liberi di fermarsi a guardare le sue opere fatte di niente ma concettualmente sempre paradossali o di tirare avanti nella più assoluta indifferenza. Il documentario di Acocella, girato con inusitata raffinatezza e accompagnato da una colonna sonora di accattivante aderenza e notevole varietà, racconta una giornata tipo di questo personaggio eterodosso e dall'impeccabile understatement, uomo libero che vive delle offerte dei passanti e che prepara i suoi lavori tra la casa modestissima dove abita e il treno che lo porta quotidianamente a Roma. Ritratto ammaliante dell'ultimo dei Candide, personaggio d'altri tempi che sta tra il sognatore stralunato e il Robin Hood di un museo virtuale che chiude quando l'autore è stanco.
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